Blutec come Grifa? Il Movimento 5 stelle sente di nuovo puzza di bruciato dalla parti di Termini Imerese. Anche il secondo accordo di programma quadro sottoscritto dal Ministero dello sviluppo economico, dalla Regione e dal comune di Termini Imerese per la riconversione e riqualificazione industriale del polo ex Fiat per i pentastellati sembra ripercorrere il binario morto percorso in precedenza.
Per questo quattro deputati palermitani alla Camera (Nuti, Mannino , Lupo, Di Vita) hanno presentato una interrogazione a risposta scritta al ministro dello Sviluppo economico per chiedere se i finanziamenti pubblici relativi all’accordo di programma siano già stati erogati e in quale misura, quali iniziative di competenza intenda intraprendere, visto il mancato aumento di capitale da parte di Blutec spa, necessario per accedere ai finanziamenti pubblici e cosa preveda nel dettaglio il progetto industriale presentato da Blutec.
“Ci sono – afferma Riccardo Nuti, primo firmatario dell’interrogazione – notevoli somiglianze tra il precedente caso Grifa e Blutec: entrambe le società promettevano ingenti investimenti ma entrambe non hanno neppure fondi propri sufficienti per poter accedere ai fondi pubblici; entrambe le società hanno fortissimi legami sia personali che societari con il gruppo Fiat e la famiglia Agnelli; entrambe le società non hanno concretamente fatto nulla”.
“A nostro avviso – continua Nuti – questa operazione di fatto finisce per illudere ancora una volta i lavoratori di Termini Imerese da anni posti in cassa integrazione, nella sostanziale acquiescenza dei sindacati dei lavoratori e dei vertici politici sia locali che nazionali, supportati dal gruppo Fiat, utilizzando impropriamente milioni di fondi pubblici. La realtà, purtroppo – conclude Nuti – è quella di un bluff che si ripete nel tempo, grazie alla complicità fra ministero dello Sviluppo economico, ministero del Lavoro, sindacati e politicanti locali con il solo scopo di erogare la cassa integrazione, piuttosto che di avviare un serio progetto industriale”.
Per i deputati l’accordo di programma è sostanzialmente già fallito, visto che non sono stati rispettati parecchi dei suoi capisaldi. Solo sei dei 24 milioni di euro deliberati e che sarebbero dovuti arrivare a cento sono stati infatti versati. Inoltre non sono partiti i corsi di formazione e riqualificazione delle maestranze, fondamentali per modificare la produzione del polo industriale di Termini Imerese da auto a componentistica”.
“La difficoltà del progetto – afferma la consigliera comunale M5S di Termini, Manuela Sinatra – è confermata dal fatto che sarebbe stata concessa la cassa integrazione agli operai solo fino a settembre, mentre l’indotto è gia fuori da tutto, come ha ammesso lo stesso sindaco e per questo sono state avviare le procedure di licenziamento. Tra le inadempienze c’è da segnalare anche la mancata istituzione al 30 giugno del comitato di controllo per sovraintendere alla verifica dell’attuazione dell’accordo”.
“La vicenda – afferma il consigliere M5S di Termini Luca Salemi – è l’ennesimo atto di mortificazione di un territorio, che alimenta false speranze, tipiche delle piu’ becere clientele politiche , senza fornire alcuna risposta realmente concreta alle esigenze di rilancio occupazionale di una città”.
Intanto ieri è arrivata dal ministero la proroga della cassa integrazione fino a fine settembre.