L’Acqua Geraci ha integrato le denunce e i ricorsi presentati alla Procura della Repubblica e al TAR con una superperizia comprovante che l’Assessorato Regionale dell’Energia ha permesso ad una società di Antonio Mangia di cercare acqua minerale con trivellazioni vietate dalla legge e dal Genio Civile,
in zone vincolate confinanti con la propria concessione di acqua minerale. “Ancora una volta – dice l’amministratore Giuseppe Spallina – siamo costretti a chiedere all’Autorità Giudiziaria di porre rimedio ad azioni illegittime dell’Assessorato Regionale dell’Energia che, dopo venticinque anni di attese, nel 2014, ha rilasciato la proroga triennale della nostra concessione di acque minerali che ha leso il nostro diritto alla proroga per altri trent’anni previsto dalla legge regionale 54/1956, mentre nel 2015 ha accordato, ad una società inattiva controllata da Antonio Mangia, il permesso di ricercare acque minerali da destinare soltanto all’imbottigliamento in terreni confinanti con la nostra concessione. E’ importante notare che l’Assessorato ha preferito l’istanza di permesso di ricerca della società inattiva a quella in concorrenza dell’Acqua Geraci, omettendo la prescritta valutazione compartiva della capacità tecniche ed economiche delle due imprese, senza alcuna analisi dei bilanci, sol perché l’altra società fa parte del gruppo del Mangia, come lui stesso ha dichiarato. Un gruppo che ha ricevuto e deve restituire ingenti finanziamenti bancari, che dovrebbero sconsigliare gli investimenti ed i rischi connessi all’avviamento di una nuova impresa di acque minerali. L’assurdità di questa vicenda è confermata dall’ulteriore azione dell’Assessorato all’Energia che ha reiterato il permesso di ricerca alla società del Mangia, eludendo l’ordinanza con cui il TAR ne aveva sospeso l’efficacia per la sua palese illegittimità. Ciò ha suscitato un’ulteriore ricorso e la superperizia dell’Acqua Geraci comprovante che l’Assessorato ha consentito trivellazioni vietate dalla legge e dal Genio Civile nella zona di rispetto della sorgente “Spataria” e in prossimità di un torrente confinanti con la nostra concessione, dopo avere impedito per decenni l’ampliamento e il potenziamento di quest’ultima. E’ quindi evidente – prosegue Spallina – che l’Acqua Geraci continua ad essere ingiustamente discriminata e danneggiata dall’Assessorato che le ha accordato una proroga triennale della concessione senza precedenti, difforme da tutti i provvedimenti adottati in casi analoghi e ha rilasciato un permesso di ricerca in aree limitrofe a tale concessione ad altra società inattiva alla quale viene così regalato il valore del brand creato con enormi sforzi dalla nostra azienda. La condotta dell’Assessorato agevola l’ultraventennale disegno di Antonio Mangia, confessato da lui stesso in una lettera del 1997 e in altri atti, di conseguire con costi irrisori il controllo o le concessioni e l’avviamento dell’Acqua Geraci per surrogarsi nella sua attività di imbottigliamento, col pretesto di voler realizzare il complesso termale che gli amministratori comunali geracesi hanno impedito di costruire all’Acqua Geraci con il boicottaggio di tutte le sue iniziative. Tale boicottaggio è stato accertato dal Tribunale di Termini Imerese Sez. di Cefalù con la sentenza n. 215 del 2012. Né può sottacersi che il Consiglio Comunale di Geraci Siculo asseconda qualsiasi richiesta del Mangia. Il Consesso, infatti, nulla aveva eccepito alla scelta dell’imprenditore di revocare l’offerta che prevedeva la costruzione delle terme per dedicarsi all’imbottigliamento delle sorgenti dell’area limitrofa alla concessione dell’Acqua Geraci, così come, appena il permesso di ricerca del Mangia è stato sospeso da parte del TAR, si è riunito urgentemente per deliberare l’impegno di farindire una gara pubblica per la vendita di un terreno dove far realizzare un centro termale e di creare “un gruppo di lavoro” che si dovrà adoperare per fare assegnare concessioni in territorio di Geraci Siculo e per determinare l’adozione di linee guida regionali e bandi che preferiranno le attività termali alla produzione e alla distribuzione delle acque minerali. Pertanto – conclude Spallina – l’Acqua Geraci sollecita l’immediata adozione di provvedimenti giudiziari per la tutela dei suoi diritti e interessi legittimi, riservandosi di coltivare e intraprendere tutte le azioni legali esperite ed esperibili anche per il risarcimento degli enormi danni subiti”.