Dalle prime luci dell’alba la Polizia di Stato sta dando esecuzione a numerose ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal GIP presso il Tribunale di Palermo su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia.
Con l’operazione “Stirpe”, gli investigatori della Squadra Mobile diretti da Rodolfo Ruperti, hanno individuato il capo di un segmento significativo di Cosa Nostra, che ancora oggi le investigazioni hanno dimostrato essere legata a rituali di affiliazione arcaici. Assicurati alla giustizia anche i principali esponenti di uno dei mandamenti più importanti e storici di Cosa Nostra palermitana. In arresto Salvatore Profeta, capo della famiglia di Santa Maria di Gesù. Il boss mafioso, indicato da alcuni collaboratori di giustizia come “uomo d’onore” della famiglia di Santa Maria di Gesù sin dai tempi di Stefano Bontate, già destinatario di numerose condanne per associazione per delinquere di stampo mafioso, estorsione e traffico di sostanze stupefacenti, venne arrestato per la strage di via d’Amelio e scarcerato a ottobre del 2011 a seguito della revisione del processo. Non appena è stato rimesso in libertà, Salvatore Profeta ha ripreso le redini del mandamento.
Il provvedimento è stato eseguito anche nei confronti di Rosario e Antonino Profeta, nipote e figlio del boss, rispettivamente impegnati nella gestione delle attività imprenditoriali e nelle estorsioni della consorteria mafiosa.
Oltre ai familiari, i provvedimenti cautelari sono stati eseguiti anche nei confronti di Francesco Pedalino, Giuseppe Galati e Antonino Palumbo, impegnati, per conto della famiglia, nel controllo della zona di via Oreto.
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