Domani, 18 novembre alle ore 11.30, Adiconsum Palermo-Trapani, Cifa Sicilia, Confcommercio Palermo, Confindustria Palermo, Confartigianato Palermo, Cisl Palermo-Trapani,
con l’assistenza dell’avvocato Alessandro Palmigiano e #Adessobasta, con l’assistenza degli Avv.ti Francesco Leone e Simona Fell, siederanno al tavolo di mediazione richiesto presso l’organismo Adr Notariato di Palermo, con Anas, Presidenza ed Assessorato Territorio ed Ambiente della Regione Siciliana, Ministero delle Infrastrutture e Dipartimento Protezione Civile per chiedere i danni per i loro associati. La vicenda è quella del viadotto Himera, il crollo del ponte autostradale che ha messo in ginocchio le imprese siciliane ma anche i consumatori e arrecato un grave danno all’immagine della Sicilia. Molte delle imprese associate alle sigle firmatarie hanno avanzato richieste risarcitorie, con danni stimati mediamente in euro 100.000 per ognuna delle imprese che hanno già prodotto documentazione in tal senso. Ma tutte le aziende siciliane sono state coinvolte e ne hanno ricevuto un danno anche indiretto. “All’indomani dall’apertura della bretella – scrivono in un comunicato le Associazioni – che non è senz’altro una soluzione, ma che dovrebbe ridare un po’ di ossigeno all’economia siciliana, le associazioni sperano che il buon senso prevalga e la richiesta di risarcimento, che al momento è più simbolica che sostanziale , rispetto ai danni materiali e di immagine che le oltre 700mila imprese siciliane e tutti i siciliani hanno subito, è anche il modo per far si che tutti coloro che ne hanno il dovere per gli enti pubblici si assumano le loro responsabilità e decidano di sedersi al tavolo per discutere non solo del risarcimento dei danni. È anche il modo per indurre chi ha le responsabilità a dare risposte concrete in merito alle soluzioni che devono con urgenza essere poste per il dramma che la Sicilia e tutta l’economia siciliana stanno subendo. La situazione della Sicilia è tornata a essere quella di 50 anni indietro e il crollo del viadotto è un ulteriore dramma dell’arretratezza infrastrutturale della Sicilia, che ormai è più arretrata di quanto si possa pensare, superata anche da alcuni Paesi dell’Africa, con indubbi danni economici e di immagine, che ci porteremo dietro ancora per parecchio tempo”.