Arrestato ma salvato da una probabile morte, si può sintetizzare in questo modo quanto accaduto ad un 23enne che, stanotte, pur di sottrarsi alla presa dei poliziotti, non ha esitato ad andare incontro alla morte.
Non capita spesso che un malvivente, inseguito ed, infine, acciuffato dai poliziotti, subito dopo l’arresto, in lacrime, si prodighi nel ringraziare chi gli ha messo le manette ai polsi: è quello che è accaduto, stanotte in via Polonia. La prima parte dell’episodio è un intervento della Polizia di Stato, come tanti se ne vedono, in tema di furti notturni: la chiamata anonima segnala il furto in corso di uno scooter in una zona buia di via Polonia, la pattuglia di polizia che giunge sul luogo segnalato, a sirene spiegate ed il ladruncolo che fugge a gambe levate. E’ da quel momento che l’epiosdio assume una piega drammatica: il giovane bagherese, inseguito dai poliziotti ed ignorando la morfologia dei luoghi, raggiunge una strada, apparentemente senza uscita, delimitata da un muro alto 1 metro e 90, circa; l’unica speranza di sottrarsi ad una sicura cattura è legata allo scavalcamento del muro, la cui altezza non è proibitiva. Il ladro non ci pensa tanto e si inerpica, lo fa nonostante il poliziotto che, quella zona la conosce bene perché “la batte” in volante ogni giorno, gli gridi di non farlo, “può essere pericoloso”, al di là del muro c’è un precipizio di circa 15 metri. Il ladro non ci crede e fa di tutto per raggiungere la sommità del muro: quando la raggiunge, istintivamente, rivolge lo sguardo alla parete, vuole scendere ma vede il poliziotto; scatta l’incoscienza, il desiderio di impunità sembra prevalere sull’istinto di sopravvivenza, il ladro va per lanciarsi nel vuoto, ma sente una resistenza alla gamba: è il poliziotto che non si è dato per vinto ed ha, a sua volta, scalato la parete, si è aggrappato al piede del giovane e lo ha tirato giù in un provvidenziale abbraccio. La scena è surreale: il giovane ladro scoppia in lacrime e, manette ai polsi, ringrazia il poliziotto che gli ha, probabilmente, salvato la vita. Poliziotto e ladro venivano medicati da personale sanitario fatto intervenire sul posto, mentre altra pattuglia dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico, provvedeva a restituire al legittimo proprietario il motociclo che presentava dei segni di manomissione al blocco accensione.