La Polizia di Statoha ricostruito le tappe di una squallida vicenda di umiliazioni ed abusi sessuali che, seppur a distanza, hanno colpito gravemente il percorso di crescita di una ragazzina tredicenne, napoletana.
I poliziotti dei Commissariati di PP.SS. “Brancaccio” e “Scampia” hanno tratto in arresto, per i reati di violenza sessuale aggravata e pornografia minorile, un uomo, palermitano di 40 anni ed una donna, napoletana, di 44. Abusi e vessazioni, per parecchi mesi, hanno drammaticamente viaggiato tramite “social”, e, sempre tramite “social” si è snodato un sottile filo rosso che ha unito due quartieri, tradizionalmente difficili di Napoli e Palermo: Scampia e Brancaccio. Nel 2010, tramite la chat di un sito internet, una donna, quarantenne, di Scampia, sposata e madre, tra gli altri, di una ragazzina, allora di 8 anni, conosce un palermitano, operaio edile; nasce una infatuazione che si protrae, virtualmente, per qualche anno. Per la verità, il rapporto virtuale è squlibrato ed è stato accertato che, proprio in questo periodo, maturi una dipendenza ed una soggezione da parte della donna all’uomo che si concretizzerà nell’invio di notevoli quantità di denaro in beneficio del palermitano. Quando l’uomo decide di troncare i contatti, la napoletana è disperata e, pur di riallacciare i rapporti, decide di contattarlo tramite il cellulare della figlia, fingendosi, ella stessa, la figlia. Nasce un’amicizia, anche stavolta virtuale, tra l’uomo e quella che lui crede essere la figlia dell’ex amante, in realtà la stessa amante. Anche stavolta, l’atteggiamento dell’uomo è invasivo e pretenzioso, fino a pretendere di più del semplice contatto internet, un approccio, cioè, anche visivo. La mamma, adesso, per continuare la sua messinscena, avrà bisogno della complicità della figlia, adesso tredicenne e la otterrà con la minaccia. La ragazzina si rifiuta, infatti, di colloquiare con l’uomo ma sarà costretta ad accettare, pena la perdita dell’adorato cagnolino e di quei piccoli passatempi che la rendono un’adolescente come tante altre. Il gioco si fa sempre più pericoloso e la vittima, ormai a volto scoperto e conosciuta dal suo “orco” è, ormai, costretta a soggiacere alle più morbose richieste sessuali, pretese dall’uomo e indotte dalla mamma, a sua volta sempre più preoccupata di dispiacere il suo ex amante. La vicenda si è ormai incanalata su un crinale molto ripido tanto da convincere la mamma della vittima ad interrompere ogni contatto con l’uomo e denunciarlo alla Polizia di Stato. La vittima, nel frattempo trasferita, così come disposto dai Servizi Sociali, presso una “comunità alloggio”, immediatamente viene ascoltata dai poliziotti ai quali conferma le denunce della madre. Ai poliziotti del Commissariato di P.S. “Brancaccio”, competeneti, in relazione alla residenza dell’uomo, viene delegato il compito di effettuare una perquisizione presso il suo domicilio che consente di recuperare materiale informatico e cellulari. Quando sequestrato viene sottoposto a consulenza informatica che ne fa emergere dei contenuti perfettamente aderenti ai racconti resi dalla vittima e dalla mamma. Sulla base dei racconti forniti da queste ultime ed in relazione ai contenuti informatici sequestrati al palermitano, il Tribunale di Napoli ha emesso un provvedimento di Custodia Cautelare in carcere nei confronti del palermitano e Custodia Cautelare domiciliare nei confronti della donna.