“No nenti, u sinnacu si fici u giornali!”: spiegava così una donna alla vicina che le aveva appena visto ritirare dei fogli dalla sua cassetta delle lettere. Era vero, quello che aveva ritirato era “Taccuino d’Himera” il nuovo periodico d’informazione promosso dal Comune di Termini Imerese e distribuito in tutta la città.
In verità non è proprio così, il Comune non ha promosso nulla: questi tipi di giornale sono editi già in altri paesi d’Italia, sempre dal medesimo soggetto (Lime edizioni – Milano). Ad esempio lo stesso periodico, stessa impaginazione, stesso formato, medesima tipografia: a Monza, uguale concessionaria di pubblicità: a Milano (come dice qualcuno è giusto far guadagnare sempre gente di fuori e mai i termitani), viene anche “promosso” dal Comune di Bagheria. Ma la cosa da segnalare è che nella testata di quest’ultimo c’è scritto, Direttore editoriale: Sindaco pro- tempore di Bagheria, mentre nel giornale di Termini Imerese compare, Direttore editoriale: Salvatore Burrafato. Qualcuno potrebbe pensare che il primo cittadino si sia dimenticato di scrivere che è Sindaco di Termini, o che ormai le due figure sono per lui indissolubili, invece con molta probabilità, magari inconsciamente, non vuole tanto un bollettino del Comune ma un suo giornale. Come Enrico Mattei, il mitico presidente dell’Eni, fondatore del quotidiano “Il Giorno”, che decise, siccome tutti i giornali parlavano male di Mattei, di crearne uno suo che ne parlasse bene. Non vorremo essere accusati di blasfemia paragonando Burrafato a Mattei, tant’è che per certi aspetti l’inquilino principale del Palazzo di città supera lo stesso “padrone” dell’Eni.
Perché in questo caso non si tratta di parlare bene di Burrafato, con questo giornale siamo letteralmente alla totale mistificazione della realtà. Il bollettino racconta una città che non esiste: felice, efficiente e perfetta. Articoli informano il cittadino distratto che è stato approvato il conto consuntivo grazie ad una politica “attenta e corretta”, che il Comune è “pluripremiato”, che la campanella suona regolarmente nella scuola di S. Francesco, che è stata celebrata la giornata dei caduti a Nassiriya, che l’Amministrazione affiderà un bene sequestrato alla mafia, e poi alcuni articoli sulle iniziative di qualche associazione “amica”. Il tutto arricchito da foto di e con Burrafato sempre sorridente. Insomma una sorta di paese dei puffi dove tutti sono felici e contenti, che vanno a nanna sereni e allegri, grazie anche alla presenza del Grande Puffo, che con il suo carisma è sempre all’altezza della situazione e sa dare risposte giuste a chi chiede aiuto. Nel bollettino chiaramente non compare nemmeno una foto dei cumuli di rifiuti che invece vedono i cittadini ogni giorno, nessun articolo racconta dei tanti disoccupati termitani, non ci sono immagini di strade che sembrano una gruviera, non si parla del centro urbano degradato, non si spiega perché si notano sempre più persone che rovistano tra i rifiuti: qui non si tratta di vedere il bicchiere mezzo pieno, ma di avere riempito i bicchieri di vino e averci dato sotto per non guardare.
Il giornale è un continuo panegirico del Sindaco e dei suoi collaboratori, una melensa apologia delle attività dell’Amministrazione comunale. Ma come si sa alle panzane non c’è mai fine. Quella più grossa spunta infatti a pag. 20 del giornale dove un titolo a tutta pagina afferma: “Grande successo di pubblico per la Festa del Mare”. Grande successo di pubblico? Ma se c’erano quattro gatti! Come si possono pubblicare simili fanfaluche e omettere di avere buttato, letteralmente a mare, 420.000 euro? Ma comunque se questo “Taccuino d’Himera” è il periodico ufficiale del Comune di Termini Imerese, significa che ospita le “voci” di tutti, anche di quelli che pensano cose diverse da quello cerca di propinarci il Sindaco. Se vuole siamo sempre disponibili, come Espero, a dare il nostro contributo per scrivere qualche articolo sulla città.
L’aspetto più tragi-comico è che Burrafato, nel suo primo editoriale sul “Taccuino”, scrive che riparte da questo bollettino: “nella consapevolezza che c’è ancora molto da fare (veramente ne siamo tutti convinti visto i risultati n.d.r.), tanto è stato realizzato (che probabilmente vede solo lui n.d.r.) ed è venuto il momento di comunicarlo a tutti”. Ecco il punto è proprio questo: comunicare è una cosa, offendere l’intelligenza dei cittadini raccontando un paese dei puffi è un’altra.
Niè…… oramai è paese delle banane !!
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