Il faccione di Totò in prima pagina, Totò con il collegio dei revisori dei conti, Totò con il commissario straordinario Irsap, Totò in posa davanti al distributore dell’acqua o con gli insegnanti, Totò nella chiesa della Consolazione, Totò al museo, e dove manca la foto di Totò c’è una sua dichiarazione.
Cos’è un album di famiglia? No, è il secondo numero di “Taccuino d’Himera” il periodico d’informazione comunale che racconta un paese dei Puffi, quello del suo sindaco Salvatore Burrafato. In effetti il giornale, in attesa ancora di registrazione, stampato a Monza e con concessionaria di pubblicità a Milano (come dice sempre qualcuno è giusto far guadagnare gente di fuori e mai i termitani), contiene una serie di pagine che raccontano una città felice e contenta. Con questo numero del giornale, Totò ci informa di tutte le belle cose che succedono a Termini e che la maggioranza dei cittadini non vede e per questo continua a criticarlo. E così il sindaco ne approfitta e sfruttando questo foglio ci fa sapere che è stato firmato il contratto di sviluppo della Blutec, che sono salvi i finanziamenti europei per la realizzazione dell’interporto, che è arrivato in città il distributore d’acqua (di un’azienda privata però), che la polizia municipale fa più controlli per contrastare il conferimento dei rifiuti, che un’auto ibrida è stato consegnata in uso gratuito al sindaco e che il carnevale è stato un grande successo. E poi qualche commento di un paio di consiglieri della maggioranza (molto brevi, non esageriamo!), tanto per fare vedere che Burrafato è un sindaco pluralista, qualche notizia sulle associazioni “amiche” e infine una bella pagina pubblicitaria di finta comunicazione pagata dai contribuenti. Ma la voce dell’opposizione dov’è? C’è, ma solo per screditarla. L’unico articolo riguardante l’opposizione comunale riferisce infatti della proposta del M5S di un referendum consultivo sulla destinazione dell’area industriale, notizia racchiusa in appena cinque righe, seguite da una lunghissima dichiarazione del primo cittadino che critica l’idea, mettendoci pure a conoscenza che, ancor prima delle valutazioni degli uffici comunali sulla procedibilità del quesito referendario, egli sulla sua pagina Facebook aveva manifestato il suo pensiero, tutto questo in barba a qualsiasi deontologia giornalistica… Peccato che la realtà è completamente diversa da quella che Burrafato cerca di vendere con il suo giornale ai concittadini, quella che da venticinque anni aspetta la realizzazione dell’interporto, che l’area industriale è diventata un deserto di capannoni vuoti ed abbandonati, che il numero dei disoccupati è in crescita, che tanti giovani sono costretti a emigrare, che c’è una povertà sempre più diffusa, che la città è sporca e che il carnevale è diventato ormai una volgare sagra paesana. Però di queste cose nel “Taccuino d’Himera” non c’è traccia. Ma se viene presentato come il periodico ufficiale del comune di Termini Imerese, dovrebbe ospitare non solo le foto in posa ed commenti del sindaco, ma anche le “voci” di tutti, anche di quelli che la pensano diversamente. Come abbiamo scritto il giorno della diffusione del numero precedente, siamo sempre disponibili come giornale a dare il nostro contributo per scrivere qualche articolo serio e veritiero sulla città. Ma Burrafato preferisce mistificare la realtà e raccontare una Termini che non esiste. Invece questa città avrebbe bisogno di confrontarsi realmente con i suoi tanti problemi, trovare vie d’uscita ad una situazione occupazionale difficile, conoscere le tantissime difficoltà per abbozzare soluzioni. Ma soprattutto, amministratori comunali all’altezza della difficile situazione.