Acqua e immondizia, tra satira e politica: polemiche dopo la rappresentazione di sabato sera

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In cartellone, la sera di sabato 3 settembre, c’era “Miseria e Nobiltà”. La rassegna, alla sua prima edizione, è stata voluta dalla compagnia “Teatro Casale” di Campofelice di Roccella per ricordare il defunto Nino Lo Forti, anima della stessa per decenni.

Proprio in occasione della ricorrenza del trentennale della prima rappresentazione teatrale, si è voluta mettere in scena la commedia che vide Lo Forti regista.
Durante lo svolgimento della pièce, uno degli attori sul palco, l’avvocato e politico Giuseppe Di Maggio, nei panni di uno dei protagonisti, ha fatto una battuta su acqua e immondizia (settori nei quali da mesi si registrano parecchi problemi) a Campofelice prendendo spunto dalla parte di copione che in quel momento ne permetteva una “attualizzazione”, alla presenza del sindaco, Massimo Battaglia, e del numeroso pubblico, strappando sorrisi di approvazione come è nel solco della più genuina satira.
Ebbene, a distanza di ventiquattro ore, come riportato in una lettera indirizzata al sindaco e pubblicata sulla sua pagina personale, il presidente dell’associazione culturale “Teatro Casale”, Francesco Di Marco, precisa che il “nostro componente – attore Pasquale Pusateri, veniva fermato dall’Assessore Giuseppe Pedalino che “REDARGUIVA” lo stesso con le testuali frasi: “Ho saputo che durante la rappresentazione teatrale Miseria e Nobiltà vi siete permessi di offendere l’Amministrazione Comunale. Non vi dovevate permettere di fare la battuta sulla carenza di acqua e sull’abbondanza di spazzatura. Se fossi stato in Piazza io, avrei immediatamente sospeso lo spettacolo. Pretendo le scuse pubbliche e scritte altrimenti vi blocco il mandato di pagamento”. E aggiunge che “tale frase è stata ribadita e puntualizzata più volte”.
Per il presidente Di Marco si tratta di un comportamento lesivo dei “principi di democrazia e di libertà di espressione ed inoltre fortemente umiliante per una realtà Culturale apprezzata, stimata e seguita da oltre 30 anni con affetto dai Campofelicesi”.
Sul punto della battuta, poi, precisa: “E’ evidente che la battuta recitata sul palco quella sera rientra nel concetto di espressione di satira politica da sempre utilizzata anche nei confronti di precedenti amministrazioni comunali, nessuna delle quali si è mai permessa di “rimproverare” e “minacciare” la Compagnia Teatrale in quanto patrimonio consolidato della nostra Comunità”.

IN ALLEGATO DOCUMENTO
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