Patto per la Sicilia. Dopo le foto, le strette di mano ed i brindisi; spenti i riflettori (reali e mediatici), cosa resta oggi del documento sottoscritto da Renzi e Crocetta il 10 settembre, davanti al tempio della Concordia ad Agrigento?
Si tratta di un papello lungo dodici pagine, con altre 26 fitte fitte di tabelle e cifre, contenenti l’impegno e la promessa dei due leader politici ad investire oltre 5,7 miliardi di euro per rilanciare l’economia e le infrastrutture isolane. Un aiuto davvero importante e sostanzioso, senza dimenticare però del rischio (sempre in agguato) che rimanga solo lettera morta. Non dobbiamo dimenticare infatti che questi soldi prima bisogna trovarli (si tratta infatti solo di progetti, di idee, perché “le parti (cioè i governi nazionale e regionale, ndr) si impegnano a dare attuazione ai contenuti del Patto mediante la messa a sistema delle risorse disponibili ordinarie ed aggiuntive, nazionali ed europee, nonché ricorrendo ad altri strumenti finanziari quali fondi rotativi, project financing, ecc.”, come è scritto nell’articolo 3 del Patto) e poi spenderli realmente, perché già un anno fa i Fondi di sviluppo e coesione, cioè dello stesso tipo di quelli che in gran parte dovranno finanziare questo Patto, per il periodo 2007-2013 sono stati restituiti dal governo Crocetta per incapacità a spenderli. E così bisogna stare vigili, perché il documento sottoscritto dal duo Renzi-Crocetta non rimanga solo un libro di favole. Comunque, i fondi in esso indicati serviranno per le infrastrutture e la riqualificazione di strade, edifici pubblici, parchi, dighe, bacini idrici, aree industriali, discariche; saranno impiegati per rilanciare l’occupazione e l’economia. Con una curiosità: a Gela, il paese d’origine del presidente Crocetta, pioverà un decimo dell’intero finanziamento del Patto, pari a più di mezzo miliardo di euro. E’ stata solo una coincidenza? In ogni caso, cosa prevede il documento firmato il 10 settembre per il Comprensorio Termini- Cefalù-Madonie? Innanzitutto occorre precisare che è difficile venire a capo dei tanti (1249 voci) interventi previsti dal Patto, anche perché in molti casi non è neppure indicato il comune di riferimento, per cui i lettori vorranno scusarci se – nostro malgrado – potremmo omettere anche importanti interventi “nascosti” tra le pieghe del documento e che pure riguardano il territorio. Spulciando le tabelle allegate al Patto, troviamo cose davvero interessanti, per un ammontare complessivo di oltre 170 milioni di euro. E partiamo allora dai 40 milioni di euro destinati ad interventi nell’area industriale di Termini Imerese, per superare la crisi in cui ormai versa da anni, seguiti dai 2 milioni per il recupero e la ristrutturazione dell’ex cine teatro “Le Fontanelle” di Castelbuono, 570 mila euro per i lavori di sistemazione dell’area di pertinenza del santuario della Madonna dell’olio a Blufi, 1 milione per il completamento delle infrastrutture dell’area artigianale e industriale di Madonuzza, nelle Petralie, 2 milioni e mezzo per i lavori di completamento dello svincolo autostradale Irosa, 7 milioni e mezzo per le opere di urbanizzazione a servizio della terza fase di sviluppo dell’area industriale di Termini, 39 milioni di euro da destinare all’area complessa di Termini, per interventi su chiese, case popolari ed interi quartieri (come quelli Serio e porta Euracea). Ed ancora: 171 mila euro per il piano di caratterizzazione della discarica di contrada Calderaro ad Aliminusa; 354 mila euro per la discarica di contrada Cozzo pennuti a Geraci Siculo; 704 mila euro per la ex discarica di contrada Suonatore di Sciara; 51 milioni di euro per il rifacimento del sistema idrico e depurativo al comune di Cefalù; 4 milioni e trecentomila euro per adeguamento e potenziamento del depuratore di contrada Giardini e Piani a Trabia; oltre otto milioni di euro per interventi vari alla diga Rosamarina a Caccamo; oltre un milione e ottocentomila euro per gli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico della Rocca di Cefalù; 1 milione e 450 mila euro per i lavori di consolidamento delle frazioni Madonnuzza, Raffo, Pellizzara, Cipampini, Gulini, Fasanò nelle Petralie; 300 mila euro per interventi strutturali ai locali che ospitano i carabinieri di Polizzi Generosa. Ed infine, quasi 10 milioni di euro per la sistemazione degli impianti sportivi dei comuni di Caltavuturo, Collesano, Geraci, Lascari, Pollina, Sclafani Bagni e Trabia. Insomma, una bella pioggia di soldi, che potrebbero cadere sul nostro comprensorio, in aiuto della sua asfittica economia, per l’ammodernamento e la sistemazione di numerose strutture pubbliche al servizio dei cittadini. Ed allora ci auguriamo tutti che tali progetti saranno quanto prima avviati e soprattutto completati nei tempi e nei modi previsti.
Il Sindaco Battaglia di Campofelice non merita nulla? pur avendo carenza di acqua potabile carenza di rete fognaria rifacimento del litorale per contrastare l’erosione della costa e per finire nel depuratore insufficiente ormai specialmente in estate
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