L’Enel chiude 23 centrali e le riconsegna al territorio: tra questa c’è quella di Termini Imerese.
Eccesso di offerta di elettricità, calo dei consumi, aumento della generazione rinnovabile sono all’origine di questa colossale iniziativa. Gli impianti da spegnere sono quelli coinvolti nel progetto Futur-e e, come scrive Enel nel suo sito: “hanno contribuito a scrivere pagine importanti della storia italiana ma il nuovo scenario energetico li ha resi obsoleti o non più competitivi”. Nel futuro dei siti coinvolti dal progetto potranno esserci centri commerciali, parchi divertimenti, poli logistici e destinazioni d’uso funzionali alle esigenze e prospettive di sviluppo dei territori nei quali sorgono. Con Futur-e la dirigenza dell’Enel ha avviato un dialogo aperto con istituzioni, imprese e comunità locali per individuare nuove destinazioni d’uso adeguate a esigenze e peculiarità di ogni singolo contesto particolare. che hanno fatto la storia del nostro Paese. A questo scopo la società ha creato anche un sito internet specifico, dove sono in vetrina 23 impianti destinati alla vendita o a progetti alternativi. In questo scenario, la riconversione degli impianti rappresenta un’occasione per il territorio che potrà così cogliere diverse e nuove opportunità di sviluppo. In quasi tutte le realtà territoriali dove sono ubicate le centrali sono in corso contatti con amministrazioni, associazioni imprenditoriali, università per discutere le possibili destinazioni d’uso. La scelta di chiudere un numero così rilevante di centrali senza chiedere alcun intervento assistenziale da parte del governo rappresenta una novità nel panorama industriale italiano. Ma i sindacati di categoria hanno fatto sapere di essere intenzionate a contrastare le iniziative di dismissione delle centrali non più remunerative annunciate dall’amministratore delegato. “A render unico il progetto Futur-e – scrive sempre Enel nel suo sito – c’è una visione strategica d’insieme, che non si limita alla riqualificazione di singoli impianti ma di un intero gruppo di centrali, e il modello di dialogo e collaborazione con le realtà territoriali dove gli impianti sorgono per individuare con amministrazioni, imprese e cittadini nuove destinazioni d’uso dei siti. Riqualificare le vecchie centrali termoelettriche è un dovere che Enel sente nei confronti dei territori che sino a oggi hanno ospitato questi impianti. Siamo cresciuti insieme e abbiamo costruito un rapporto solido con le comunità. E, ancor più che il semplice smantellamento dei siti produttivi. E’ doveroso dare loro una prospettiva per il futuro anche al di fuori dell’uso per la generazione elettrica”.
La centrale Enel Ettore Majorana di Termini Imerese, alimentata esclusivamente a gas naturale, è composta da 6 unità termoelettriche: un gruppo da 320 MW fino al 2008 alimentato a olio combustibile denso; tre sezioni che formano il ciclo combinato da 780 MW, due turbogas a ciclo semplice per una potenza di 1340 MW. I fumi della combustione, prima di andare alla ciminiera in calcestruzzo armato alta 190 m, sono trattati in un impianto di denitrificazione (DeNox) per eliminare gli ossidi di azoto e successivamente passano da un precipitatore elettrostatico per abbattere le polveri. L’energia elettrica prodotta viene immessa in rete alla tensione di 220 kV. Attualmente una prescrizione del Ministero dell’Ambiente della Tutela del Territorio e del Mare prevede che il gruppo TI41 possa funzionare, alimentato solo a gas naturale, fino a un limite di 1000 ore/anno. Tuttavia, per il suo stato di “riserva fredda” e delle limitazioni autorizzative del funzionamento, ha oggi un esercizio ridotto ai periodi in cui l’unità TI6 è in manutenzione, di “isola di rete” e di forte criticità nel sistema elettrico siciliano. L’impianto ha vissuto negli anni diversi ampliamenti e trasformazioni che l’hanno portato alla configurazione attuale.