L’ultimo saluto al “Principe”

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Un intero paese si è stretto attorno a lui e ai suoi familiari. Letteralmente, un’intera comunità ammassata dentro alla chiesa madre, oggi pomeriggio, con il silenzio che gettava lacrime su ogni parola. È la compostezza del dolore e di una tragedia umana. A trent’anni lo è sempre. Come nel caso di Carmelo: e il bagno di folla lo ha seguito.

Non tutte le morti sono uguali. Non lo sono per via di tanti fattori: tempo, circostanze, giovane età. Non che ogni morte, ogni singolo lascito non sia un vuoto; ma, tolta la pari dignità dell’affetto e del ricordo, è sempre vero che l’impatto che ne consegue può mutare tanto. Con il “Principe” – così si faceva chiamare Carmelo Guzzio, alternandolo a quell’altro nome d’arte che tanto gli piaceva quando si dondolava nelle vesti dello speaker: “The Voice” –, ebbene, con lui è successo questo.

“Figlio d’arte” – s’era messo in testa di ricreare, pur solo sul web, la storica, locale “radio Collesano” –, giovane dj, noto non solo nel suo paese di residenza e nel comprensorio, ma con trasferte anche in Tunisia, si era seduto “sopra le righe”, come da copione. Un dj lo è anche per passione e quella del “Principe” era una passione pura, tutta declinata e dedicata alla musica e all’organizzazione di eventi. Un amante della musica e un organizzatore sapete quante relazioni intesse? Quanti cuori scalda? Quante colonne sonore genera e, con esse, quanti momenti, spesso unici, nella vita di tanti – anche sconosciuti – tiene a battesimo? Un numero incalcolabile. Ed è questo che manca, non solo nella piccola comunità madonita: il troppo creato, regalato.

Dietro ogni serata c’era, pur piccolo, un sogno, anche minimo, che tentava di farsi avanti. Cambiare le vite – pure da una consolle – è un mestiere impegnativo. Cambiarle in meglio è una missione, quasi. Ma bella, appagante. Come il suo sorriso, il suo abbraccio, la sua voce roca che andava lenta, al pari di un ritmo, di un motivetto che ti scuoteva la testa.