Nei giorni scorsi rappresentanti di diverse associazioni politico-culturali che fanno capo all’area moderata di Termini Imerese si sono riuniti per delineare un quadro programmatico per il futuro della città e per discutere sull’azione politica da intraprendere per il suo rilancio.
In quella sede è stata rappresentata tutta l’indignazione per quanto sta avvenendo all’interno del perimetro cittadino e per le ricadute negative dell’operato di alcuni enti sovracomunali che influenzano la politica stessa della Civitas Splendidissima. Il confronto ha determinato la redazione di un documento di intenti che verrà diramato per temi e problematiche. All’incontro erano presenti Giovanni Battista Calderone, Biagio Capitti, Francesco Giunta, Fabio Lo Bono, Michele Longo, Salvatore Messineo, Antonino Purpura, Salvatore Sodaro, Dario Turturici, Antonio Urbano e Alberto Cilfone. Si è consolidata l’idea di assumere una strategia per restituire centralità alla città di Termini Imerese nello scenario regionale, al fine di generare uno sviluppo efficace delle politiche ambientali e storico-culturali. L’obiettivo dei moderati è quello di cambiare il modo di osservare la città, la sua storia, le sue forme, i suoi meravigliosi spazi verdi. Ripensare alla Città di Termini Imerese come un luogo vivibile, turistico, con servizi portuali, con spazi verdi curati (Piazza Duomo, Belvedere, Villa Palmeri, Piazza Marina), con interventi nelle zone periferiche e servizi efficienti a garanzia della buona qualità della vita del cittadino. Il recupero del rapporto città-mare, delle sue eccellenze, ma soprattutto la riappropriazione del Porto.
“Partendo proprio dal Porto – scrivono i promotori nel comunicato – che negli ultimi anni è stato oggetto di inappropriate scelte politiche che hanno spezzato il filo che lo legava storicamente alla città, la nostra idea è quella di liberarlo da sovrastrutture Comunali che lo hanno volutamente marginalizzato per ridargli la sua naturale centralità e il giusto lustro. Le ingenti risorse che in questi ultimi decenni sono state investite in esso non hanno prodotto nulla di utile per lo sviluppo della città, anzi, sono state impegnate con colossali ritardi che hanno prodotto la “fuga” della FIAT oggi FCA. Un’infrastruttura che ancora è oggetto di progetti colossali, ma che non trova lo giusto sbocco produttivo. Il nostro intento è proprio quello di ridare centralità al porto. Ripensarlo come opportunità di sviluppo produttivo attraverso l’incremento delle politiche per le attività collegate, dalla nautica da diporto a quella cantieristica, dal commercio ai servizi, passando per l’opportunità di prevedere progetti di inserimento nel mercato delle crociere al fine di creare offerte turistiche che giovino all’intero territorio. Per quanto sopra uno dei nostri primi obbiettivi sarà quello riappropriarci del Porto, anche valutando la possibilità di istituire tavoli di rinegoziazione della partnership con gli enti e le istituzioni ad oggi protagoniste della fallimentare politica adottata per questo “nostro” scorcio di terra. Secondo noi una politica organizzata a favore della nautica da diporto e la organizzazione di servizi offerti ai visitatori, è il reale obiettivo da perseguire per sviluppare e incentivare le nostre risorse culturali, ambientali e archeologiche col fine di incoraggiare la permanenza dei turisti in città per far scoprire loro le nostre ricchezze (Parco termale, Parco archeologico di Himera). Un Porto, dunque, che rafforzi la relazione tra mare, cultura e turismo e che sia veicolo di nuove forme di sviluppo economico. Il nostro sogno è quello di costruire una città più bella».