Una lite per ragioni di pesca finisce in tribunale. Tutto è accaduto nel 2012, nello specchio di mare davanti contrada sant’Ambrogio, alle porte di Cefalù.
Due imbarcazioni, di proprietà rispettivamente di Carmelo e Giovanni Portera, 52 e 26 anni, e di Enrico Arati, 47 anni, e Giammaria Biondo, 76 anni, tutti di Cefalù, si trovavano lì a pescare. Ma ad un certo punto Carmelo Portera ha cominciato ad inveire contro Arati e Biondo, mentre Giovanni Portera ha pure iniziato a tranciare le reti della barca “avversaria”. Ne è nata così una lite tre i quattro, con minacce ed ingiurie reciproche e lesioni, avendo Carmelo Portera colpito con il mezzomarinaio alla testa Arati e Biondo, che poi si allontanavano verso la riva con la loro imbarcazione per avere soccorso. Dopo i fatti, questi ultimi hanno raccontato tutto ai carabinieri, che denunciavano Giovanni e Carmelo Portera per minacce e lesioni. Al successivo processo, che si è tenuto davanti al tribunale di Termini Imerese, i fatti sono risultati diversi da come raccontato inizialmente ai carabinieri, essendo frutto di offese e lesioni reciproche. E così il giudice ha riconosciuto tutti colpevoli e condannato Carmelo e Giovanni Portera alla pena di cinque mesi di reclusione ciascuno, Giammaria Biondo alla pena di 300 euro di multa, Enrico Arati alla pena di quattro mesi di reclusione. Tutti poi sono stati condannati pure a risarcire alle controparti i danni subiti.