La Polizia di Stato ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare, a carico di sei persone tra cui un appartenente alla Polizia di Stato, ritenuti responsabili del reato di corruzione.
L’indagine, condotta dagli agenti della 5^ Sezione della Squadra Mobile di Palermo ed iniziata nel dicembre del 2014, ha preso impulso da un’altra parallela attività d’indagine svolta dalla Squadra Mobile di Udine su un gruppo di rapinatori palermitani, dediti alla commissione di rapine ai danni di istituti di credito del Nord Italia, in particolare della provincia di Udine. Attraverso complesse e delicate investigazioni, svolte anche con il supporto di attività tecniche, gli agenti palermitani sono riusciti a raccogliere elementi fortemente indizianti circa un grave episodio corruttivo che vedeva coinvolto un appartenente alla Polizia di Stato, il quale avrebbe ricevuto imprecisate somme di denaro dai membri della banda in cambio di informazioni su indagini sul loro conto.
I destinatari dei provvedimenti restrittivi sono:
P. G. cl.72, appartenente alla Polizia di Stato;
MADONIA Pietro, cl.71, di “Ballarò”, pluripregiudicato per rapina ed in atto detenuto agli arresti domiciliari presso la sua abitazione di Palermo, nel quartiere “Albergheria”.
LEALE Vito, cl. 62, di “Ballarò”, pluripregiudicato per rapina e stupefacenti ed in atto detenuto presso il carcere di Sciacca ( AG);
RICCARDI Guido, cl. 85, del “Capo” pluripregiudicato per rapina ed in atto detenuto presso il carcere di Trieste;
LO IACONO Rosolino, cl. 72, del quartiere “Villagrazia”, pluripregiudicato per rapina ed in atto detenuto presso il carcere di Trapani;
DE LOLLIS Deborah,cl. 69, incensurata e moglie di Lo Iacono.
Il provvedimento cautelare emesso dal GIP impone per tutti la misura degli Arresti Domiciliari ad eccezione di Rosolino Lo Iacono, per il quale è stata disposta la misura della Custodia Cautelare in Carcere.
Tutto è iniziato da una indagine su un gruppo di rapinatori palermitani: Leale, Madonia, Ricciardi e altri, dediti alla commissione di rapine ai danni di istituti di credito del Nord Italia, in particolare della provincia di Udine. Nell’ambito delle attività tecniche disposte in seno a quell’indagine, sono state intercettate alcune conversazioni dalle quali era emerso che una “talpa”, verosimilmente appartenetene alla Polizia di Stato, dietro compenso di denaro, aveva fornito ai rapinatori informazioni su indagini sul loro conto ed in particolare su quelle relative ad una rapina che stavano per compiere ai danni di un istituto di credito della città di Udine. Così, a seguito dell’operazione di p.g. effettuata dalla Squadra Mobile di Udine e che ha condotto al fermo dei predetti rapinatori, la Procura della Repubblica di Udine ha trasmesso i verbali delle registrazioni delle conversazioni tra i rapinatori all’omologo ufficio di Palermo, luogo da cui era partita la presunta delazione tramite una telefonata. Da lì le indagini sull’identificazione del presunto delatore, affidate alla Mobile palermitana. Attraverso complesse e delicate investigazioni, svolte anche con il supporto di attività tecniche, gli agenti sono riusciti a raccogliere elementi fortemente indizianti circa un grave episodio corruttivo che vedeva coinvolto il poliziotto, il quale avrebbe ricevuto imprecisate somme di denaro da Rosolino Lo Iacono, Deborah De Lollis, Vito Leale, Pietro Madonia, Guido Ricciardi, in cambio di informazioni su indagini sul loro conto da parte della Polizia. Il poliziotto avrebbe, inoltre, rassicurato il gruppo sull’assenza di attività di intercettazione tecnica sugli autoveicoli nella disponibilità di Lo Iacono. Gli odierni arrestati sono soggetti noti alle forze dell’ordine come rapinatori professionisti, dediti soprattutto a rapine in trasferta ai danni di istituti di credito, sistematicamente aggrediti attraverso la cosiddetta “tecnica del buco”.