Rapina a portavalori: arrestato un componente della banda

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La Squadra Mobile di Palermo, diretta da Rodolfo Ruperti, ha eseguito la scorsa notte un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti del palermitano Giusto Lo Bocchiaro, 42 anni, di Falsomiele.
L’uomo è stato un componente di un commando che aveva rapinato un portavalori assaltandolo con le armi, anche ai danni delle guardie addette al trasporto e alla sicurezza del denaro. Lo Bocchiaro era già sorvegliato speciale nel 2014 ed è stato arrestato nel 2006 nel corso di un’operazione antimafia perché ritenuto esattore del “pizzo”. “Figlio d’arte”, in quanto il padre Giuseppe è stato capo del mandamento mafioso di Santa Maria di Gesù e oggi detenuto per una condanna che dovrà scontare fino al 2036.

I fatti contestati a Lo Bocchiaro risalgono al gennaio 2015, quando il commando, intorno alle otto del mattino, aveva assaltato un portavalori che stava consegnando del denaro presso un ufficio postale di corso dei Mille, portando via ben centomila euro. In Lo Bocchiaro è stato individuato il quarto componente del commando, a chiusura del cerchio investigativo che aveva già identificato gli altri tre, fermati dalla Squadra Mobile: uno nella flagranza del reato, mentre gli altri due erano stati rintracciati in un secondo momento.

Secondo gli investigatori, all’arrivo del furgone portavalori presso l’ufficio postale sopraggiungeva sul luogo un uomo con un cappellino nero seguito da altre quattro persone con in testa caschi da motociclista. Due di loro bloccavano la guardia giurata che si trovava davanti all’ufficio, mentre gli altri tre con il casco si dirigevano verso la guardia giurata scesa dal furgone portavalori con in mano un sacco di juta contenente il denaro; dopo avergli puntato una pistola alla testa, la guardia giurata veniva disarmata e i rapinatori fuggivano con in mano il sacco di denaro. Durante la  fuga, uno dei rapinatori perdeva il cappellino da baseball indossato e recuperato poi dagli agenti.

Anche grazie alle immagini estrapolate dai sistemi di videosorveglianza dell’ufficio postale e agli accertamenti tecnici della polizia scientifica sul cappellino è stato possibile identificare Lo Bocchiaro. Dalle indagini è inoltre emerso che il colpo fosse stato progettato da tempo: i criminali avevano già effettuato numerosi sopralluoghi camuffando la loro presenza sui luoghi con alcuni espedienti (Lo Bocchiaro stesso, secondo gli investigatori, aveva finto, in un’occasione, un allenamento con corsa e tanto di streching in tuta da ginnastica in prossimità dell’ufficio postale).

Dagli accertamenti svolti dagli uomoni della sezione Antirapina è emerso, inoltre, che i malviventi, esattamente un mese prima, si erano appostati davanti allo stesso ufficio postale per rapinare il portavalori che sarebbe giunto poco dopo; il fortuito ritardo di qualche ora del mezzo aveva mandato a monte il proposito criminale, poi rinviato al primo agosto successivo: non casuale la scelta di colpire i primi giorni del mese quando è notorio che gli uffici postali ricevono dai portavalori cospicue somme di denaro per far fronte al pagamento delle pensioni. Infatti, proprio in occasione della rapina, nei pressi dell’agenzia vi erano numerosi pensionati in attesa dell’apertura dei locali, ma i malviventi non hanno comunque esitato a procedere con il violento assalto e, in fase di fuga, a sparare colpi di arma da fuoco contro gli agenti della Mobile intervenuti.

Procedono, intanto, le indagini per risalire al quinto componente del commando.