La morte di Fidel Castro. La storia lo assolverà?

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La storia mi assolverà. Con queste parole un giovane avvocato cubano ha chiuso la sua arringa difensiva davanti ai giudici, che lo accusavano del fallito assalto al palazzo governativo del 26 luglio 1953.

Quel legale si chiamava Fidel Castro, morto questa notte a L’Avana all’età di 90 anni. Castro può a buon conto considerarsi il padre della Cuba contemporanea. E’ stato lui che ha preconizzato agli inizi degli anni ’50 del secolo scorso una rivolta popolare per scacciare dall’isola il dittatore Fulgencio Batista, fantoccio degli Usa, riuscendoci solo il primo gennaio 1959, quando i Barbudos entrarono nella capitale cubana, liberandola. Ora il Lider maximo, come lo chiamavano i suoi concittadini, ha chiuso la sua lunga esistenza terrena, dopo avere governato l’isola caraibica per tanti anni, il più longevo uomo al potere al mondo, dopo la regina Elisabetta II. Ma la storia ha assolto Fidel? Dipende. Lo ha assolto perché è riuscito a ridare dignità al popolo cubano, per secoli oggetto di soprusi ed angherie da parte delle potenze mondiali. Composto in massima parte di eredi degli schiavi trasportati lì dalle navi negriere, per lavorare la canna e produrre lo zucchero per addolcire i raffinati palati di noi occidentali, il popolo cubano è riuscito solo nel 1959, grazie a Fidel, a liberarsi dal ruolo di “pattumiera” a cui l’aveva destinato l’America. E’ lì infatti che si rifugiavano contrabbandieri, killer, mafiosi, evasori fiscali, politici trombati, finanzieri falliti; è lì che si aprivano le vetrine scintillanti di casinò, bordelli, centri di spaccio della droga, frequentati dalla “feccia” sociale americana. E tutto questo è finito il primo dell’anno del 1959, quando è iniziata un’altra storia, con la Revolution guidata da Castro, da suo fratello Raul e da Ernesto Che Guevara. Ma Fidel ha governato l’isola con pugno di ferro, schiacciando le libertà religiose e civili. E di questo la storia non potrà certo assolverlo. Ma non dobbiamo dimenticare che egli ha dovuto combattere contro il fortissimo accerchiamento esterno, guidato dalla più grande potenza mondiale, gli Stati uniti d’America, che hanno imposto all’isola un embargo durissimo, allentato solo da pochi mesi, azione vendicativa contro un governo socialista a poche centinaia di chilometri dalla Florida. Ma nonostante tutto il governo castrista è riuscito a dimostrare di essere forte, perché sostenuto dal consenso della maggioranza della popolazione, che non ha mai dubitato, che non ha mai abbandonato Fidel, credendo in lui e nelle conquiste raggiunte comunque nell’isola, l’unica isola caraibica dove l’analfabetismo è vicinissimo allo zero, dove la sanità gratuita è a livelli di eccellenza, anche per gli standard europei. E questo nonostante tutto.