Si presenta il libro del linguista Roberto Sottile “Le parole del tempo perduto”

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Si presenta in anteprima Lunedì 12 dicembre, alle ore 18,00, presso l’Ex Noviziato dei Crociferi, Via Torremuzza, 21, a Palermo l’ultimo libro del linguista Roberto Sottile.

Insieme all’autore saranno presenti Marina Castiglione, docente di Linguistica italiana dell’Università degli studi di Palermo, e lo scrittore Santo Piazzese. Con l’accompagnamento musicale di Tamuna, vincitori del prestigioso premio Fabrizio De Andrè 2016. Il testo, con la prefazione di Giovanni Ruffino, è un viaggio coinvolgente attraverso migrazioni linguistiche dal greco antico, dall’arabo, passando per altri e più lontani territori, fino a raggiungere lo spazio linguistico e culturale del dialetto siciliano, capace di raccontare le specificità della millenaria civiltà della più grande isola del Mediterraneo. Le parole del tempo perduto sono quelle che oggi si sentono sempre meno, quelle che rischiano di scomparire dall’uso linguistico siciliano perché scomparsi sono gli oggetti cui si riferivano o mutato è il contesto culturale specifico del loro utilizzo.
Roberto Sottile, con ironia e curiosità, gioca con le parole del tempo perduto raccontandone la storia, i significati, per lo più metaforici, e “i modi di dire” nei quali vivono, così come sono documentati nel “Vocabolario Siciliano” di Piccitto-Tropea-Trovato. Riporta l’etimo delle parole sulla base delle proposte di Alberto Varvaro, uno dei più grandi linguisti del Novecento, e cita, a campione, gli esempi rinvenibili nelle opere degli autori siciliani: Camilleri, Sciascia, Consolo, e ancora Grasso, Agnello Hornby, Alajmo, Di Cara e tanti altri.
Come afferma Sottile, Le parole del tempo perduto sono quelle che appartengono al mondo di ieri, un mondo difficile, duro, dove il pane, prima di mangiarlo, te lo dovevi “fare” con le tue mani. Quel mondo perduto, che era “la Sicilia dei mestieri” di Leonardo Sciascia e “l’Italia dei contadini” di Paul Scheuermeier, aveva una lingua che oggi non c’è più, ma che miracolosamente, grazie agli scrittori siciliani, ritorna per dirci che anche certe parole dure, perfino fastidiose nella loro sostanza fonica, hanno tanto da insegnarci sulla nostra storia.
Come nota Giovanni Ruffino nella Prefazione, se pure il tempo che di queste parole si è alimentato, è un tempo perduto, le parole non le abbiamo del tutto smarrite: ci sono, le cogliamo nelle pagine letterarie (Camilleri e oltre) dove vivono una loro nuova vita, talvolta addirittura rinvigorite. E rivivono nelle pagine argute e “sottili” dell’autore di questo volume, nel quale le parole del tempo perduto mantengono intatti – per chi li voglia cogliere, per chi li sappia cogliere – i nuclei semici dai quali muovono percorsi metaforici di straordinaria forza espressiva, costellazioni semantiche generate nel tempo e nello spazio. Il libro sarà in distribuzione e disponibile in tutte le librerie siciliane da dicembre.
Roberto Sottile, insegna Linguistica italiana nel Dipartimento di Scienze Umanistiche dell’Università di Palermo. Fa parte del Comitato Scientifico dell’Atlante Linguistico della Sicilia (ALS). Si è occupato di lessicografia geo-etnodialettale (Lessico della cultura dialettale delle Madonie. 1. L’alimentazione, 2. Voci di saggio, Palermo 2010-2011) e del rapporto tra dialetto e mondo giovanile (Il dialetto nella canzone italiana degli ultimi venti anni, Roma 2013). Con Giovanni Ruffino ha pubblicato Parole migranti tra Oriente e Occidente (Palermo 2015), una raccolta di voci dialettali di origine araba che attraverso la Sicilia si sono diffuse in Europa e nel bacino del Mediterraneo.