La procura di Termini ha chiesto il rinvio a giudizio per l’ex sindaco Burrafato. A marzo l’udienza preliminare

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E’ finita con la richiesta di rinvio a giudizio l’inchiesta avviata dalla procura di Termini Imerese a carico dell’ex sindaco Salvatore Burrafato e del dipendente comunale Marino Battaglia.

Il PM ha contestato ai due indagati i reati di peculato, truffa, violazione di domicilio, falso in atto pubblico e abuso d’ufficio ed il prossimo 3 marzo si terrà l’udienza preliminare, per decidere se rinviare davvero a giudizio davanti al tribunale i due indagati o archiviare il tutto.
Secondo quanto accertato dagli inquirenti nell’inchiesta che risale al 2014, l’ex primo cittadino è accusato di avere utilizzato in diverse occasioni l’auto comunale e le prestazione lavorative del dipendente ed autista Marino per scopi assolutamente personali ed ai danni dell’amministrazione pubblica, nonché di aver usato alcuni locali comunali, già concessi in locazione a privati e con contratto già scaduto e mai rinnovato, sempre per ragioni private, con il concorso dello stesso Battaglia, il quale ha pure usato l’auto di servizio in più occasioni per ragioni personali. In pratica, secondo il PM, i due scorrazzavano a bordo dell’auto comunale ed usavano beni pubblici per farsi gli affari propri.
Nel corso delle indagini la procura ha pure disposto l’applicazione a carico di Burrafato e Marino della misura cautelare dell’obbligo di firma presso i carabinieri, misura che ha spinto il sindaco a chiedere le dimissioni dalla carica pubblica ricoperta, aprendo di fatto la crisi comunale, con l’arrivo del commissario e l’avvio della procedura per le elezioni anticipate, fissate per la prossima primavera.