Un musicista riflette sempre sulla propria terra con gioia, tormento e nostalgia e i Tarantatatà non potevano sfuggire a questo richiamo nell’ultimo lavoro “Sicilia terra di tutti”.
Uno spettacolo poetico–musicale, articolato in una sequenza di 13 brani tratti dal repertorio popolare siciliano, che sarà presentato il 3 gennaio a Petralia Sottana (cineteatro Grifeo ore 17,30), il 4 gennaio a Gangi (sala polifunzionale ore 17,30) e il 5 gennaio a Petralia Soprana (sede associazione musicale Giuseppe Verdi ore 18,30). Il progetto, è un meticoloso lavoro di ricerca storica ed etno antropologica in cui le melodie come tarantelle, mazurche, serenate, canti d’amore, e i testi poetici dialettali del Polizzano, del Vitale, del Pitrè e del Buttitta, lontani dal clangore delle città, ci fanno riscoprire l’anima e la magia melodiosa della montagna madonita. Il quintetto sperimentale dei Tarantatatà, musicisti che vivono nel territorio e che appartengono al territorio, è una formazione strumentale piuttosto insolita poiché la varietà timbrica degli strumenti che la compongono si coniugano perfettamente con la “tradizione” e la “contaminazione” di quella musica colta dove c’è di tutto, melodie tra il classico, il jazz, il popolare, bandistico e il celtico. I particolari arrangiamenti, curati da Antonio La Placa, in un caleidoscopio di suoni sono l’esaltazione della stessa musica scritta con partiture complesse. Gli strumenti musicali quali il clarinetto e la fisarmonica hanno sempre accompagnato i momenti musicali della vita sociale dei siciliani, mentre il sax, la tromba e il clarinetto basso fanno parte di tradizioni musicali e culturali di altri paesi. Un quintetto, quello dei “Tarantatatà”, composto da Ottavio Brucato al clarinetto, Antonio La Placa ai sassofoni, Francesco Profita alla tromba, Francesco Barberi alla fisarmonica, Salvatore La Placa al clarinetto basso, Santi Cicardo è la voce recitante.