La notizia di qualche ora fa, apparsa su facebook ha come protagonisti due cani. Senza alcun lieto fine la loro storia si è conclusa ieri in fondo ad un dirupo nelle campagne della periferia del piccolo centro.
I due animali erano apparsi qualche settimana fa, indossavano ancora il collare ed erano in evidente stato di buona salute. All’inizio si era pensato ad un allontanamento dei cani ma con il passare dei giorni si è palesata sempre più l’idea dell’abbandono.
Giravano per le vie del paese e in pochi giorni erano diventati la mascotte dei clienti di un noto bar. Erano stai in molti a prendersi cura dei due cani offrendo cibo e acqua. Alcuni hanno riferito di averli visti inseguire le grosse automobili, specialmente fuoristrada e furgoncini. Questo avrebbe rafforzato nel sentire comune l’idea dell’abbandono. Ciò che è certo è che, a dire di tutti, erano due bestie docili alla continua ricerca della presenza umana. Questo però non è servito a placare l’istinto assassino di chi all’indomani di Santo Stefano ha deciso di uccidere i due cani, gettandoli successivamente in un burrone. Immediato lo sgomento di molti giovani montemaggioresi che hanno esternato il loro disappunto su facebook.
Occorre inoltre ricordare che questo è solo l’ultimo di una serie di eventi simili che negli ultimi anni ha portato al ritrovamento di numerose carcasse di animali. Bisognerebbe pertanto dire, nonostante possa apparire retorico, a quanti decidono di prendere un cucciolo che gli animali non sono come peluche da depositare in fondo ad un baule quando non se ne ha più voglia.
Necessitano di cure costanti per anni, hanno delle esigenze che sono diverse dalle nostre e delle quali bisogna essere consapevoli fino in fondo prima di decidere di prenderne uno.. Dal versante opposto è doveroso precisare che l’abbandono risveglia spesso gli istinti che restano sopiti negli animali domestici i quali se abbandonati spesso si uniscono in veri e propri branchi che fanno razzie di bestiame o di piccoli animali da cortile. Tuttavia nessuna apparente pretesa di autodifesa potrebbe legittimare una crudeltà simile. A proposito dei veleni poi la legge è chiara e ne vieta ogni utilizzo anche se in difesa del proprio gregge o mandria. Rimangono comunque poco chiare le cause del decesso degli animali e in tantissimi hanno fatto appello alle autorità affinché provino ad arginare il fenomeno dell’abbandono prima e delle uccisioni poi.
Ancora una volta è sempre e solo l’uomo l’essere in grado di perpetrare violenza gratuita e senza alcun apparente motivo. Gli animali infatti uccidono solo se costretti dalla necessità di sfamarsi o di difendersi. L’uomo spesso anche per il semplice gusto di farlo o per innata crudeltà.
Lorenzo Catalano