“Evasore abituale”. Sequestrati beni, imprese e conti per 1,5 milioni di euro

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Il Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Palermo, in esecuzione di un provvedimento emesso dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Palermo, sulla base di indagini eseguite sotto il coordinamento della Procura della Repubblica del capoluogo, ha sequestrato tre aziende, appartamenti, magazzini, veicoli e disponibilità finanziarie, per un valore complessivo di circa 1 milione e mezzo di euro, nei confronti di un soggetto “socialmente pericoloso” in quanto ritenuto, sulla base della sua storia giudiziaria, un “evasore fiscale abituale”.

I sequestri hanno riguardato il 61enne Giuseppe Damiata, consulente del lavoro definitivamente condannato per frode fiscale, truffa, accesso abusivo a sistemi informatici e frode informatica, omesso versamento di contributi INPS e ricettazione.

Indagato per plurimi e gravissimi episodi di frode fiscale commesse tra il 2006 e il 2010, Damiata, come accertato negli anni dalle indagini fiscali svolte dal I Gruppo “Tutela Entrate” del Nucleo di Polizia Tributaria, aveva costituito vere e proprie società di comodo, realizzate al fine di evadere le imposte sui redditi e l’IVA.

Per tale motivo, in esito alle successive indagini patrimoniali eseguite nell’ambito della misura di prevenzione, Damiata è stato ritenuto dal Tribunale di Palermo un soggetto abitualmente dedito a traffici delittuosi connessi all’esercizio dell’impresa e che, dunque, vive abitualmente dei proventi della sua attività illecita.

Le indagini sono state condotte facendo anche ricorso alle notizie ricavabili dalle banche dati in uso alla Guardia di Finanza, tra i quali il noto applicativo denominato “MOLECOLA” e hanno permesso di dimostrare la sproporzione tra il patrimonio posseduto e i redditi dichiarati dall’uomo.

Complessivamente, sono stati sottratti all’interessato 3 imprese, 13 immobili, 2 veicoli e di 25 fra rapporti bancari e polizze vita.

Il caso descritto dimostra l’applicabilità delle misure di prevenzione patrimoniali previste dal Codice Antimafia anche nei confronti di soggetti non indiziati di appartenere a organizzazioni criminali ma ritenuti pericolosi socialmente, in quanto dediti abitualmente a commettere reati.