Al Ministero dell’Interno si è messo mano a un piano di “razionalizzazione” che riguarda i presidi della Polizia Ferroviaria e della Polizia Stradale.
Un piano su scala nazionale, allegato a una nota dell’Ufficio per le relazioni sindacali, in seno al Dipartimento della Pubblica Sicurezza, che è stata inviata alle diverse organizzazioni sindacali di polizia. Sulle ipotesi di razionalizzazione si ritroveranno a discuterne sindacati e amministrazione statale nell’incontro del 19 gennaio. Quanto previsto, alla fine, si tradurrà – approvato e reso operativo questo piano – in accorpamenti e chiusure. In particolare, per quel che attiene al territorio siciliano, i posti di polizia interessati sono dislocati nelle province di Messina, di Catania e, con riferimento al comprensorio, di Palermo.
Infatti, quanto alla Polizia Ferroviaria, il piano ha previsto la possibile chiusura dei posti di Sant’Agata di Militello e di Caltagirone. Quanto al primo, ad oggi con tre unità all’attivo, potrebbe essere chiuso “per scarsissimo rilievo del traffico ferroviario” (5 treni giornalieri e una frequenza annua di circa 146.000 passeggeri) e per una ridotta attività: nel periodo di tempo considerato, infatti, e cioè dal gennaio 2013 al novembre 2016, solo 14 le denunce per furto o rapina e solo 6 le persone denunciate. I compiti verrebbero, quindi, svolti dalla sezione di Messina. Quanto al presidio di Caltagirone, esso verrebbe chiuso perché già oggi senza organico.
In provincia di Palermo, invece, gli interventi dovrebbero riguardare il distaccamento della Polizia Stradale di Cefalù con le sue attuali 14 unità. In definitiva, Cefalù verrebbe accorpata alla sottosezione autostradale di Buonfornello quale suo reparto limitrofo. Ne uscirebbe fuori un reparto con competenza mista e che consentirebbe “una gestione più razionale delle risorse umane – recita la nota – e cioè una riduzione del personale burocratico e di vigilanza della struttura” permettendo così l’aumento dei servizi operativi.
Antonino Cicero
@AntoninoCicero1