Il rebus Poste: dai disagi nella distribuzione della corrispondenza alle cassette modulari, passando per le denunce dei sindacati sul recruitment

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È da ottobre che a Collesano si registrano disagi nella distribuzione della posta. Un picco, poi, si è avuto nel periodo delle festività natalizie, tanto che ancora ora si sta cercando di smaltire l’arretrato con una distribuzione pomeridiana straordinaria per i residenti delle contrade presso i locali del palazzo comunale e con un surplus di portalettere: due in più rispetto alla sola unità che usualmente opera in paese a giorni alterni per le due zone, alta e bassa.
 
Disagi intavolati in un incontro tenutosi il 12 gennaio in comune, tra l’amministrazione e i responsabili di Poste Italiane del servizio di recapito area Sicilia occidentale, Caterina Russo, e del servizio Qualità logistica regionale, Alberto Donato.
 
Il piano di riorganizzazione e i ritardi
Le risultanze sono state la presa datto che il piano di riorganizzazione a livello nazionale e, per quanto concerne il territorio delle basse Madonie, la rimodulazione del centro di smistamento di Cefalù cui afferisce anche Collesano, è avviato, seppur in fase di rodaggio visto il breve lasso di tempo. Tuttavia, non pochi problemi ancora si registrano.
«Il piano di riorganizzazione – ha dichiarato Russo – avviato nel mese di settembre scorso è ormai a regime. I rallentamenti si sono registrati a seguito dei picchi di traffico di posta registrati nel periodo festivo».
Ritardi, infatti, per i privati cittadini, enti e uffici vari, ci sono stati nella consegna di lettere, plichi, riviste che giungono fuori tempo tanto da rendere vano un abbonamento (a volte fino a tre numeri insieme), bollette (telefono, luce) già scadute da pagare incolpevolmente con mora o avvisi dalle compagnie di assicurazione, le risposte da ospedali, case di cura e laboratori di analisi. E va da sé che la priorità è accordata alle raccomandate, alla posta1… I portalettere possono, ovviamente, distribuire, con questa tabella, finché possono.
 
In effetti, una riorganizzazione del genere ha comportato una riduzione del personale. A Collesano, ad esempio, nel corso degli anni, si è scesi da quattro a un solo portalettere.
Anche il centro di meccanizzazione postale (Cmp) di via Ugo La Malfa a Palermo registrerebbe una riduzione di personale e se prima la posta siciliana giungeva a Palermo e a Catania e da lì smistata sul territorio, adesso, arriva via aerea solo a Catania e, su gommato, con quel che comporta la logistica stradale siciliana, a Palermo.
 
«Noi consegniamo un giorno dopo quello che consegna Catania» precisa subito Maurizio Affatigato raggiunto al telefono. «Quindi già a monte c’è un ritardo» continua il segretario Cisl Poste di Palermo e Trapani. La riduzione del personale nel centro di Palermo creerebbe delle difficoltà nello smaltimento della corrispondenza. Da lì, poi, sempre su gommato giungerebbe nei vari centri primari di distribuzione (Cpd: nel comprensorio è Termini Imerese) e secondari (Csd) come Cefalù. Dai centri secondari, infine, ai Pdd (i presidi decentrati di distribuzione) per arrivare all’ultimo anello della catena rappresentata dai restanti comuni. Come nel caso di Collesano. Campofelice, infatti, oggi è il punto di raccolta per la posta di Collesano a differenza del passato. In precedenza Campofelice di Roccella serviva gli utenti campofelicesi e di Lascari, mentre Collesano gli utenti locali e quelli di Isnello (oggi accorpata a Castelbuono) e di Gratteri (oggi accorpata a Cefalù).

Insomma, la filiera è tale che si accumulino giorni di ritardo ad ogni passaggio «con in più la consegna a giorni alterni» aggiunge subito Affatigato. Sul punto, come su altri, avevamo interpellato Poste Italiane, ma rimaniamo ancora in attesa di risposta.

Le proteste del sindacato, la distribuzione a giorni alterni della provincia e internet
«È da tempo che il sindacato protesta sulla nuova riorganizzazione che l’azienda si è data – continua il segretario Cisl – e il problema è lì: perché la corrispondenza che giunge oggi e che devo dividere a giorni alterni, mi aumenta le difficoltà. Insomma, si tratta di un servizio essenziale – continua Affatigato – che Poste Italiane, in quanto società di servizi, deve fornire. È un servizio di utilità e non si possono avere cittadini di serie A e cittadini di serie B».
Infatti, la distribuzione a giorni alterni, prevista inizialmente per l’intero territorio, alla fine è stata mantenuta solo per la provincia di Palermo, ma non anche per Palermo città dove, precisa il sindacato, è distribuita giornalmente.    
 
Vero è anche che il servizio di recapito e di smistamento della posta non sarebbe più il core business di Poste Italiane dato l’ormai dilagante passaggio al digitale a scapito del classico cartaceo. Un settore in perdita con tutto quello che ne consegue.
Ma sul punto l’esponente sindacale non è totalmente d’accordo. Il carico di lavoro, nonostante la rete, c’è. Anzi, è aumentato. «I dati ci danno ragione: è cambiata la tipologia di consegna e di prodotto. Prima maggiore era la corrispondenza di lettere e cartoline, oggi di raccomandate e assicurate. Per non parlare – continua Affatigato – dell’incremento della consegna dei pacchi per via dell’aumento registrato dal commercio elettronico. In sostanza, il lavoro continua a esserci».
Per fare un esempio «a Palermo, attualmente, ci sono circa 30.000 raccomandate ferme da diversi giorni e Palermo consegna ogni giorno».
 
Eppure si taglia e si riduce il personale «volendo portare maggiori utili in questo modo. Il problema è che non si progetta il futuro al nostro interno – sottolinea la Cisl – ma si gestisce il quotidiano».
Una riduzione dei portalettere che, lamentano in molti, sembra cozzare con le continue campagne di recruitment avviate (altro quesito posto all’azienda); ridotti, di conseguenza, anche i giorni di servizio nella stessa zona e che, pur in un’ottica di comprensibile risparmio, ad alcuni pone tuttavia il dubbio che, forse, a conti fatti, non sia davvero così. Ciò constatando alla luce del fatto che un singolo portalettere, con la rimodulazione avviata, è costretto a coprire la stessa tratta tra i vari paesi più volte nell’arco della giornata con costi maggiorati rispetto al passato. È una ricostruzione che sembra, a prima vista, plausibile, ma sulla quale si attende la posizione dell’azienda.
 
Il recruitment e le accuse del sindacato
In merito alle campagne di recruitment da un lato e alla realtà dei tagli dall’altro, in effetti, per il sindacato interpellato «oltre a essere un controsenso, noi che siamo all’interno diciamo che è una presa in giro – accusa Affatigato – nel senso che è vero che c’è la possibilità di inserire il curriculum nel sito di Poste Italiane, ma con la riforma sul lavoro e le nuove regole che si è dato il Governo e cioè che si possono effettuare rinnovi fino a cinque volte oltre il contratto iniziale, l’Azienda, in virtù anche della professionalità che l’unità a tempo determinato acquisisce sul campo – continua Affatigato – rinnova il contratto per cinque volte».
 
E sottolinea: «Quindi, anche se sul sito di Poste Italiane si dice che vi sono delle assunzioni, queste, in realtà, sono sempre le stesse attraverso il canale, di fatto, dei rinnovi. Peraltro passando spesso attraverso velate minacce di mancato rinnovo del contratto per quei portalettere che si rifiutino di distribuire la corrispondenza anche fuori orario. Chi non lo fa – chiosa Affatigato – hanno dato dimostrazione del mancato rinnovo, appunto».
 
Il problema della toponomastica e le cassette postali modulari
A Collesano, peraltro, si aggiunge un ulteriore problema che si trascina ormai da decenni ed è quello della toponomastica: intere contrade con tante vie e tante utenze senza nomi e senza numeri civici.
 
La soluzione, in attesa della nuova denominazione (operazione inevitabilmente del medio-lungo periodo), che è stata concordata sarà l’installazione di cassette postali modulari all’ingresso delle diverse zone, individuate dall’amministrazione e comunicate all’azienda. Adesso è questo il passaggio che si attende. «Il territorio comunale infatti – precisa l’assessore Antonino Fustaneo – si caratterizza per questo aspetto che non sempre consente ai portalettere di individuare il corretto domicilio».
 
In passato, la regolare consegna della posta nonostante l’assenza di nomi e di numeri civici avveniva grazie alla conoscenza che i portalettere, assegnati per decenni in paese, avevano direttamente dell’utenza. «Una soluzione che, va da sé, non è comunque da considerare una buona pratica» ha aggiunto Fustaneo. E in effetti al primo cambio dell’unità lavorativa, con un portalettere senza alcuna conoscenza del territorio comunale, i disagi e i problemi nella consegna si ripresenterebbero tali e quali.
 
Intanto, in pianta organica l’ufficio di Collesano dovrebbe avere un direttore e due sportellisti. Al momento ce n’è solo uno; il secondo, forse, sarà assegnato entro il mese di gennaio.
 
Antonino Cicero
@AntoninoCicero1