Nel dicembre del 2016, una donna poneva all’attenzione dell’Autorità di P.S. il gravissimo clima familiare in cui la stessa e la figlia minorenne vivevano, ormai, da circa due anni, a causa della condotta del marito, G.C.
L’uomo, con atti di fisica prevaricazione, violenza, minacce e pesanti insulti, era riuscito ad annichilire la compagna, soggiogandola al suo volere e coartandone la volontà, imponendole anche atti sessuali contro la sua volontà. Tale quadro trovava la sua prima forma di tutela nella misura cautelare del “divieto di avvicinamento alla persona offesa”, emanata dal G.I.P., con ordinanza del 17 novembre scorso. Purtroppo G.C., accecato dalla rabbia e dalla gelosia e non accettando la fine del rapporto coniugale con l’odierna vittima, nel frattempo venuto meno a mezzo di istanza presentata dalla donna, reiterava pervicacemente la propria azione persecutoria, con comportamenti sempre più pressanti, intrusivi ed avvilenti ai danni dell’ex coniuge in un crescendo di violenza che, in ultimo, lo scorso 14 gennaio, lo aveva portato, dapprima ad appostarsi per l’ennesima volta nei pressi della nuova abitazione in cui la vittima si era trasferita con la figlia minorenne, per poi inseguirla in pubblica via mentre la donna stava recandosi presso il luogo di lavoro.
Non contento di ciò, facendo psicologicamente leva sulla figlia rimasta da sola in casa (inscenando un pianto ed uno stato di afflizione), riusciva ad introdursi all’interno della citata abitazione, iniziando operando la devastazione di mobili, suppellettili di casa ed indumenti dell’ex coniuge.
In altre due successive occasioni, non curante dei precedenti interventi della Polizia di Stato, riuscendo ad appropriarsi di altri indumenti della donna, provvedeva a farglieli trovare sparpagliati sulla scala vicino la porta d’ingresso dell’abitazione della vittima, distrutti ed imbrattati di vernice di colore rosso sangue.
In occasione dell’ultimo di tali citati accadimenti, lo stalker veniva trovato ancora nei pressi dell’appartamento dell’ex coniuge da operatori della Polizia e condotto presso gli uffici della Questura, dove veniva denunciato in stato di libertà. L’indagato, in totale sprezzo anche delle determinazioni assunte nei suoi confronti dalle Autorità Giudiziaria e di P.S. : continuava dolosamente a porre in essere atti persecutori ai danni della ex moglie, con nuovi appostamenti realizzati nelle prime ore del mattino, suonando insistentemente il citofono dell’appartamento della donna, facendosi vedere in strada dalla predetta e riuscendo, nuovamente, a bloccarla in strada, lo scorso 20 gennaio, minacciando di continuare a perseguitarla, così da farle perdere il lavoro.
L’ attività d’indagine della sezione di Polizia Giudiziaria del Commissariato di P.S. “Zisa-Borgo Nuovo”, ha consentito, innanzitutto di stabilire un costante canale di comunicazione con la vittima, rassicurandola e, successivamente di acquisire numerosi elementi probatori relativi alle vicende che la attanagliavano. Tali riscontri hanno determinato nell’Autorità Giudiziaria il convincimento di emanare una misura cautelare più rigida e adeguata alle esigenze di tutela della vittima, talchè, lo scorso 27 gennaio veniva emessa dal G.I.P. dr. Roberto Riggio, la misura cautelare degli arresti domiciliari con l’applicazione del braccialetto elettronico eseguito dai poliziotti nei confronti dello stalker.