Con una citazione pascoliana si potrebbe anche dire che piove sempre sul bagnato, ma sia che la pioggia venga rubata dal governo, sia che cada su se stessa, in ogni caso i cittadini Castelbuonesi restano senz’acqua dai loro rubinetti.
L’ennesimo, grave, regalo della nostra Amministrazione. E’ di questa mattina, infatti, una ordinanza sindacale che vieta di utilizzare l’acqua distribuita dalla rete pubblica comunale per fini potabili riportando quanto dichiarato dall’ASP di Palermo come “grave inquinamento microbiologico”.
E’ necessario chiarire che si intende per acqua destinata al consumo umano e quindi “potabile”, quell’acqua che viene utilizzata per bere e/o per cucinare/preparare cibi. Chiaramente molto attenzione è stata posta dal legislatore rispetto alla qualità che quest’acqua deve possedere, al fine di tutelare la salute della popolazione. L’art. 2 del DLgs 31/2001 definisce così l’acqua potabile, cioè destinata al consumo umano:
- le acque trattate o non trattate, destinate ad uso potabile, per la preparazione di cibi e bevande, o per altri usi domestici, a prescindere dalla loro origine, siano esse fornite tramite una rete di distribuzione, mediante cisterne, in bottiglie o in contenitori;
- le acque utilizzate in un’impresa alimentare per la fabbricazione, il trattamento, la conservazione o l’immissione sul mercato di prodotti o di sostanze destinate al consumo umano, escluse quelle, individuate ai sensi dell’articolo 11, comma 1, lettera e), la cui qualità non può avere conseguenze sulla salubrità del prodotto alimentare finale.
Così le mamme non potranno lavare i piatti, cucinare la pasta (non tutti gli inquinanti biologici scompaiono con la bollitura) o utilizzare l’acqua per scopi alimentari che non sia acqua imbottigliata, né nessuno potrà lavarsi i denti se ha qualsivoglia ferita o infezione in bocca, né è peregrino il dubbio di una simpatica signora sulla opportunità, o meno, di utilizzare l’acqua per l’igiene intima, per non parlare dei servizi di mensa o delle scuole.
Già, perché in verità non abbiamo idea di quanto e come sia “grave” l’inquinamento microbiologico di cui parlano le analisi del Dipartimento di Prevenzione dell’U.O.C. Igiene degli Alimenti, posto che la nostra amata Amministrazione non ne fa cenno nell’ordinanza, consigliando ai cittadini i comportamenti necessari.
Ma una informazione fortemente deficitaria non è la sola colpa dell’Amministrazione, né è la colpa di maggiore gravità. Accuratamente il Sindaco richiama nell’ordinanza le competenze di controllo ed analisi delle acque primarie, ma tace le competenze che lo riguardano in via esclusiva per la vigilanza e la manutenzione delle sorgenti, lì dove, evidentemente, si è creato il danno (ad essere inquinate, infatti, sono le acque sia in entrata che in uscita dai serbatoi).
Il nostro Sindaco potrà pure motteggiare chi, come noi, non gli lasciamo fare ciò che vuole, affermando di accusarlo pure se piove, ma davvero non è ammissibile che il governo di un paese sia in mani così incoscienti: è stata fatta la manutenzione e la pulizia delle sorgenti? Sono state controllate e mantenute efficienti le recinzioni? E’ pianificato ed eseguito un controllo periodico? Perché non dimentichiamo che le sorgenti delle acque dei serbatoi di Centomasi e Pontesecco ricadono nel territorio di Castelbuono.
Magari un giorno le autorità competenti chiederanno il conto di tanta ignoranza ed incoscienza al nostro Sindaco, ma di tanto disagio, pericolo, e anche rabbia, chi ripagherà noi cittadini?
Silvia Scerrino, presidente del Movimento Andiamo Oltre
Anche a Caccamo continuiamo ad avere acqua torbida, alimentata da Fanaco, ma purtroppo, pur essendo brutta già ai sensi dei cittadini, è dichiarata potabile. Ma nessuno è in grado di utilizzarla. Abbiamo no d’aiuto per risolvere questo grave problema.grazie.
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