Vietato criticare il manovratore, almeno per la società Ecox.
Il diktat viene direttamente dal vertice della società che è stata autorizzata dalla Regione Siciliana ad impiantare nella zona industriale di Termini Imerese una piattaforma per la raccolta ed il trattamento dei rifiuti. Su Facebook l’amministratore Giuseppe Di Martino minaccia querele contro “messaggi diffamatori” che potrebbero arrivare da “detrattori”, che si permettono di criticare o dubitare della bontà dell’operato della ditta, perché quello che dovrà essere realizzato è solo “un impianto di compostaggio, dello stesso tipo di quelli esistenti in altri comuni, per produrre compost per l’agricoltura”. Poi però, come nel famoso discorso di Arafat all’Onu, accanto alle minacce di azioni legali, nell’altra mano Di Martino tiene un ramoscello d’ulivo, dichiarandosi a “completa disposizione” per eventuali chiarimenti. Ma in ogni caso la voce è già dal sen fuggita e le minacce di azioni legali sono sicuramente una reazione scomposta, non appropriata a chi si dichiara tranquillo e sicuro della bontà del suo operato. In realtà quello che i cittadini, le forze politiche, che pure avevano già votato contro ogni impianto di trattamento rifiuti da installare nell’area industriale, e le associazioni ambientaliste termitane chiedono è di capire di più, di avere certezze, di avere fugati i dubbi su cosa sarà questa piattaforma, alimentati anche dal contenuto del decreto che autorizza la realizzazione dell’impianto, dove consente ad Ecox di trattare scarti agroalimentari, ma anche fanghi di operazioni di lavaggio e pulizia, fanghi derivanti dal trattamento delle acque reflue industriali, fanghi di recupero dei bagni di macerazione e tanto altro ancora, che non sembrano proprio scarti “innocenti”. Che hanno da dire in proposito alla Ecox, oltre che minacciare querele?
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