Gdf. Sequestrato stabilimento bombole gpl, 6000 bombole, 211 chili di gpl

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Il provvedimento è stato emesso dal Tribunale di Palermo su richiesta formulata dalla Procura della Repubblica alla sede.

I finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Palermo hanno eseguito a Carini un sequestro preventivo nei confronti di uno stabilimento di imbottigliamento di G.P.L. nella disponibilità della “Agrigas Srl”, una società di Napoli che opera in diverse zone del Paese e che ha preso in affitto i beni per creare una propria unità locale in Provincia di Palermo.
Il provvedimento è stato emesso dal Tribunale di Palermo su richiesta formulata dalla Procura della Repubblica alla sede.
L’operazione prende le mosse da una querela presentata da due note società operanti nel settore che lamentavano una appropriazione indebita di bombole di gas che si sarebbe realizzata proprio nella struttura di Carini della società partenopea.
Secondo la ricostruzione delle Fiamme Gialle, presso lo stabilimento venivano imbottigliate, in maniera indebita, bombole di gas di altre aziende del comparto, prive dei sigilli di garanzia propri della società imbottigliatrice, realizzando la condotta di frode in commercio e ponendo di fatto in vendita prodotti industriali con segni mendaci. Per tali motivi, l’infrastruttura, che occupa un’area di circa 16.000 metri quadrati, è stata sequestrata e con essa una giostra per l’imbottigliamento delle bombole di GPL, più di seimila bombole, GPL sfuso per un totale di 211.000 kg. e 14 mezzi commerciali.
Il ramo d’azienda della società napoletana è stato affidato in giudiziale custodia ad un amministratore giudiziario, allo scopo di interrompere la condotta illecita e, allo stesso tempo, garantire la prosecuzione delle attività aziendali nel rispetto delle norme, assicurando la posizione lavorativa dei dipendenti e, non da ultimo, la sicurezza di tutti coloro che acquistano bombole di gas ad uso domestico.
Lo stabilimento in questione è noto, oltre che per essere uno dei più grandi della Sicilia, perché, prima di essere affittato alla “Agrigas Srl”, era nella disponibilità di due aziende del settore confiscate per mafia nel 2011, in quanto riconducibili ai noti Stefano Bontate e Girolamo Teresi.