Il carnevale è una festa dalle lontane origine e dai numerosi significati. Ogni comunità locale del nostro comprensorio lo vive a proprio modo, tra le spinte delle tradizioni e le pressioni delle risorse sempre più carenti.
Qualunque siano state le scelte intraprese è indubbio che il divertimento è stato l’obiettivo aspirato e raggiunto, sebbene il clima non sempre sia stato d’aiuto.
Simpatica, senza alcun dubbio, l’esperienza che anche quest’anno, la scuola primaria dell’istituto comprensivo C.B. Cinà di Campofelice di Roccella ha realizzato. Il tema scelto è stato il riciclaggio, e in particolare il riciclaggio della carta stampata; così vecchi quotidiani hanno ripreso valore trasformandosi in cappellini, gonnelle, cravatte… Eppure ciò che merita di essere raccontato non è la forma o la materia dei costumi dei bambini ma la performance.
I bambini delle classi del plesso di contrada stretto hanno abbandonato le loro aule e con un corteo tutt’altro che silenzioso hanno raggiunto i loro compagni di Piazza Croce; qui il corteo ha preso le sembianze di un lungo serpentone colorato e soprattutto chiassosissimo. Grazie all’uso di fischietti, coperchi di pentole, trombette, tamburelli.., il frastuono ha fatto da padrone e mentre percorrevano le vie del paese nessuno campefelicese ha potuto continuare a svolgere le proprie attività perché raggiungere la soglia della porta, o affacciarsi alla finestra, erano le uniche azioni fattibili sino al passaggio dell’ultimo bambino.
Giunti in piazza, appena il tempo di qualche foto, e dritti verso l’obiettivo più importante: irrompere nel silenzio del lavoro didattico della scuola secondaria di primo grado. Nel modo più naturale possibile i bambini hanno dato tutto il loro impegno per far emergere il frastuono proprio dove vige il silenzio; far emergere, per qualche minuto, il caos dove regna l’ordine… L’intero corteo si è snodato lungo i corridoi delle classi tra lo stupore e la gioia dei loro compagni più grandi e “l’impotenza” di professori e personale amministrativo che si sono dovuti arrendere all’apparente stato di “anarchia”. In pieno spirito carnevalesco “l’anarchia” l’ha fatta da padrone e i bambini hanno conquistato vie piazze e plessi scolastici sostituendo l’ordine con il caos!
Ma è stato veramente così? Possiamo leggere in questo evento carnevalesco qualche altro messaggio? Visto che di mezzo c’è la scuola, la seconda agenzia educativa dopo la famiglia, non possiamo non leggere altri messaggi. Maschere e divertimento sono arrivati quasi a costo zero! “Stravolgere” alcune regole, in una ben precisa occasione come il carnevale, può voler significare di doverle rispettare tutto l’anno! I bambini conquistano i loro spazi facendosi sentire con tutte le loro energie vitali; buttano ai margini gli adulti riducendogli parole ed azioni! Irrompono, con la straordinaria forza del gruppo, nel plesso scolastico che presto dovranno occupare nel rispetto di tutte le regole del mondo della scuola e così prevengono le ansie che presto dovranno affrontare nel difficile passaggio dalla scuola primaria a quella secondaria! Ecco quindi che l’esperienza carnevalesca dove è sembrato regnasse il “caos”, in verità, è stata una preziosissima occasione di crescita!
Nelli Minneci