Nell’ambito degli eventi organizzati all’interno della Mostra “Mirabilia Maris” si terrà, Venerdì 3 Marzo 2017 alle ore 9,30, la visita guidata alle Torri costiere della costa ovest di Palermo.
L’appuntamento è a Piazza di Piano Levante a Isola delle Femmine davanti al Gran Caffè. L’iniziativa, promossa dalla Soprintendenza del Mare – U.O. II, in collaborazione con SiciliAntica, Associazione Guide Turistiche, A.T.C. l’Associazione che viaggia, Amici della Soprintendenza del Mare, Guide Turistiche Associate Palermo, è coordinata da Sebastiano Tusa, Alessandra De Caro e Alfonso Lo Cascio. L’interessante percorso, alla scoperta della costa ovest di Palermo e delle architetture militari poste a sua protezione contro le incursioni dei pirati barbareschi è curato in particolare da SiciliAntica e sarà guidato da Fabrizio Giuffrè. La prima torre ricade all’interno del territorio di Isola delle Femmine ed è detta torre “di terra”, per distinguerla da quella “di mare”, ubicata sull’isolotto, a trecento metri dalla costa. La torre di terra, posta probabilmente a difesa di una vicina tonnara, attorno a cui si sviluppò il borgo, è databile al XV secolo: eretta su di uno sperone di roccia, è di modeste dimensioni, a pianta circolare. Dal sua sommità, si poteva facilmente comunicare tramite “fani” con la torre dell’isolotto, oggi in stato di rovina, opera di Camillo Camilliani. Il percorso proseguirà verso la costa di Carini, antico feudo dei La Grua Talamanca; lungo il litorale, dove si dice fosse ubicata la mitica città di Hykkara (VII secolo a.c), si visiterà il baglio dei pescatori, vigilato da una torre cinquecentesca di aspetto spavaldo e guerriero, munita di merli e caditoie, un tempo posta a guardia di una tonnara e di un esteso territorio, oggi corrispondente all’abitato di Villagrazia di Carini, dove sin dal XV secolo si coltivava la canna da zucchero così come viene attestato dall’antico trappeto, al di sopra del complesso catacombale paleocristiano di Hykkara. A seguire, ci si soffermerà sull’imponente torre Muzza, detta anche Torrazza, per via delle notevoli dimensioni, oggi ridotta a rudere, ma ancora riconoscibile nelle originarie volumetrie. Il percorso si concluderà presso la cala detta Pozzillo, laddove, su di un basamento di calcare si innalza l’omonima torre, a pianta quadrata, con una base tronco piramidale ed ampio terrazzo all’ultimo piano a dominio del golfo.
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