Avevano pure pranzato insieme, Marcello Cimino, il clochard bruciato vivo a Palermo, ed il suo omicida, Giuseppe Pecoraro, a casa di quest’ultimo alla Zisa.
Ed insieme a loro anche la donna, la fidanzata dell’omicida, che avrebbe spinto il benzinaio ad uccidere. A raccontare di quella frequenza tra i tre è stato lo stesso Pecoraro, durante il suo racconto fatto alla polizia. “Era stato a casa mia, ci conosciamo tutti alla mensa. Anche i miei genitori lo conoscevano”, ha detto. “E’ stato un raptus, non lo rifarei. Mi pento”. Intanto ieri Palermo ha ricordato Marcello Cimino con una fiaccolata, partita dai cappuccini, alla quale hanno partecipato centinaia di persone ed il sindaco Leoluca Orlando. Cimino e Pecoraro si incontravano ogni giorno alla mensa gestita dai frati cappuccini, ma a scatenare la furia omicida del secondo una donna, la fidanzata di Pecoraro, di cui si sarebbe invaghito anche Cimino, a detta dell’omicida, passione che avrebbe spinto il benzinaio ad uccidere il barbone.
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