Sulla base degli accertamenti almeno 100 i malcapitati e i profitti illeciti oltre i 300mila euro.
I finanzieri del Nucleo di polizia tributaria di Palermo hanno arrestato un ex dipendente delle Poste, Antonio Fantaci, per truffa, violenza privata ed estorsione.
Il provvedimento che dispone gli arresti domiciliari è stato emesso dal GIP del Tribunale di Palermo su richiesta della Procura della Repubblica del capoluogo, nelle persone del Procuratore Capo Francesco Lo Voi, del Procuratore Aggiunto Bernardo Petralia e del Sostituto Procuratore Francesco Gualtieri, alla conclusione di indagini avviate dalle Fiamme Gialle nel novembre del 2015, a seguito di una querela presentata da varie persone.
Queste hanno segnalato che Fantaci, all’epoca in servizio alla sede di Palermo di Poste Italiane con mansioni di autista e addetto allo smistamento della corrispondenza, ha simulato di ricoprire un importante incarico all’interno della società e quindi di poter far ottenere loro un impiego a tempo indeterminato, dietro pagamento di 15.000 euro, di cui una quota, tra i 3 e i 5 mila euro, da corrispondere subito e la parte restante al momento dell’assunzione.
Inoltre, al fine di convincere le proprie vittime – perlopiù persone in cerca di occupazione o che si trovavano in condizioni economiche precarie e dunque particolarmente vulnerabili -, Fantaci ha predisposto e consegnato loro una serie di documenti, con intestazione e timbri di Poste Italiane S.p.a., poi rivelatisi falsi.
Quando gli aspiranti dipendenti hanno capito di essere stati raggirati e hanno chiesto la restituzione di quanto versato, sono stati pesantemente minacciati, anche paventando la diffusione sui social network di loro foto compromettenti ovvero prospettando l’intervento di persone vicine ad ambienti malavitosi, allo scopo di dissuaderle dal denunciare quanto accaduto.
Sulla base degli accertamenti svolti dai finanzieri, il numero dei malcapitati è stato stimato in almeno un centinaio di soggetti, mentre gli illeciti profitti dallo stesso conseguiti sono stati quantificati, allo stato, in oltre 300.000 euro.
Dalle indagini eseguite, infine, è emerso il carattere “seriale” delle condotte truffaldine del Fantaci, che nel frattempo è stato licenziato da Poste Italiane Spa. Infatti, l’attività criminale si protraeva da diversi anni, nonostante vi fossero diversi procedimenti penali iscritti a suo carico. Emblematica, al riguardo, la circostanza che, appena il giorno dopo essere stato sottoposto ad una perquisizione, il Fantaci abbia continuato con la sua attività illecita recandosi da una delle sue vittime per chiedere un’ulteriore somma di denaro.