“Per fare l’alta velocità e arrivare a Catania ci vuole il ponte, che sarà un modo di sviluppare anche il turismo”.
Parola di Dario Franceschini, ministro dei beni culturali. A pochi giorni dal suo collega di governo Graziano Delrio, ministro delle infrastrutture, che aveva escluso ormai del tutto l’idea di realizzare il ponte sullo Stretto di Messina, ritenedo prioritario invece rafforzare e rendere più efficienti le infrastrutture autostradali e ferroviarie dell’isola, ecco la giravolta da parte di un diverso esponente dello stesso governo, che la pensa in altro modo. Pur essendo il ministro dei beni culturali e quindi istituzionalmente deputato alla salvaguardia delle bellezze artistiche, monumentali e pesaggistici del Bel paese, Franceschini ha dichiarato il 1° aprile al forum della Confcommercio a Cernobbio il suo “amore” per il ponte, rinvigorendo così le speranze finora deluse dei signori del cemento e, perché no?, di Cosa nostra di fare affari e picciuli con il progetto e smentendo in un colpo solo anche il collega di partito e di governo, deputato alle infrastrutture e che aveva già sepolto l’idea, e rinnegando anche sé stesso, che nel 2006 aveva firmato la mozione del centrosinistra per stoppare la realizzazione del ponte, giudicandola opera “non prioritaria”. Ma a quanto pare si cambia idea e così sabato Franceschini ha dichiarato alla platea che “non c’è una ragione oggettiva perché l’alta velocità si fermi a Salerno. Ci vorranno anni ma l’alta velocità deve arrivare anche a Catania e a Palermo e per questo si deve fare il ponte”. Ed allora chi ha ragione? Qual è l’orientamento del governo sul ponte? Si farà o no? Come siciliani vorremmo tanto saperlo…