Dopo l’approvazione della Rete ospedaliera siciliana da parte del governo, quale sarà la sorte degli ospedali del Comprensorio Termini-Cefalù-Madonie?
L’ospedale Cimino di Termini è confermato come “presidio di base” e quindi con i reparti e servizi già esistenti (chirurgia e medicina generale, ortopedia, ostetricia e ginecologia, pediatria, otorinolaringoiatria, psichiatria, terapia intensiva, riabilitazione, lungodegenza, neonatologia, radiologia, pronto soccorso, anestesia e rianimazione), per garantire un’assistenza minima, ma sufficiente e completa. Scongiurato il pericolo di chiusura per il nosocomio di Petralia Sottana, declassato però a “presidio di zona disagiata” e quindi a ranghi ridotti. Rimarranno aperti solo i servizi di chirurgia e medicina generale, riabilitazione, pronto soccorso, anestesia e radiologia. Confermata quindi la chiusura del punto nascite, smentendo quanti avevano assicurato il contrario e nonostante i parti in emergenza di questi ultimi mesi. Petralia, con meno di 500 nati l’anno, non potrà rimanere in piedi. Inutili quindi le proteste e le richieste dei cittadini e degli amministratori madoniti per lasciare “in vita” il punto nascite petralese. E così le puerpere dovranno affrontare il viaggio verso Termini Imerese o Cefalù per partorire, cosa non facile, soprattutto in inverno con la neve e le note condizioni di manutenzione delle strade madonite. Ancora da definire infine la sorte del Giglio di Cefalù, per il quale è prevista una programmazione dei posti letto, che dovrebbe confermare l’esistente, con tutti i reparti ed i servizi oggi presenti che rimarrebbero attivi.
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