Bastano 59 missili Tomahawk lanciati da due portaerei Usa dal Mediterraneo per scatenare l’inferno e dare una svolta alla crisi in Medio Oriente.
Alle prime ore dell’alba di oggi la flotta americana del Mediterraneo ha colpito la base siriana di Al Shayrat da cui, secondo le informazioni dell’intelligence Usa, erano partiti gli aerei con le armi chimiche che hanno causato martedì mattina la strage di Khan Sheikhoun, in sono morte più di 80 persone, fra cui 28 bambini. Prima del lancio il Pentagono ha avvertito i russi. E’ stato direttamente il presidente Trump a comandare il lancio, annunciando: “Questa sera ho ordinato un attacco mirato contro la base da cui è partito l’attacco chimico. E’ un interesse vitale degli Stati Uniti prevenire e fermare la diffusione e l’uso di armi chimiche mortali”, ignorando volutamente gli avvertimenti del Consiglio di sicurezza dell’Onu, perché “non si possono discutere le responsabilità della Siria nell’uso delle armi chimiche”. La tivù siriana definisce il raid “un’aggressione”, nella quale sarebbero morti cinque militari. Anche la Russia parla di “atto di aggressione” e chiede la convocazione urgente del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Ma l’attacco missilistico riceve l’approvazione di Israele e Gran Bretagna.