Targa Florio: il cordoglio a metà

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Quando si spezzano vite non è semplice parlare, men che meno scrivere. La Targa Florio, al suo nuovo, primo anno dopo il centenario del 2016, ha esordito nel segno del lutto.

Dentro questa storia, fra sentimenti contrapposti, si annida la profondità della tragedia, quella che rende tutto sfocato e, al contempo, tanto nitido da spezzare il fiato. Dinamiche a parte, indagini a parte, al netto di qualunque polemica si sia potuta innescare, quella tragedia – del 21 aprile scorso – ha lasciato sul percorso due vite e una terza che ancora lotta per restare aggrappata a questo mondo; lo stesso che le ha confezionato ricordi e gioie, quelle condivise con la famiglia. Che poi, condividere una passione, di questi tempi, non è un aspetto scontato dell’esistenza. Tutt’altro. 

Tre vite legate a doppia mandata alla “corsa”: un mondo a parte, direbbe qualcuno; “qualcosa” che non è semplice sport e per il quale sei disposto a rischiare tutto. Un padre, una figlia, un commissario di gara. E affacciarsi sull’uscio delle due famiglie, Dio solo sa quanto pesi. E, per pudore, non lo si farà. Un incidente e poi il baratro. Tutto annullato: il minimo. Perché pur essendo “qualcosa” di più che uno sport, nel bilanciamento dei valori, nulla “pesa” più della vita. Davanti alla quale tutto è lanciato a velocità o tutto è fermato. Le circostanze ne sono guida e metro. Questo caso rientra nella seconda ipotesi: e, formalmente, è così. Tutta la parte rally, infatti, è stata annullata. Il buon senso, il rispetto, il senso del pudore – come è naturale che fosse – hanno prevalso. Ma, lasciando sulle strade altri eventi, competitivi o meno che siano (pur svoltisi da tutt’altra parte), rimangono, sullo sfondo, non pochi interrogativi. In questi momenti, si riflette, tutto – tutto – dovrebbe essere o bianco o nero: di parziale non dovrebbe essercene traccia. 

Eventi, quelli rimasti in piedi, che rappresentano, comunque, “momenti unici” della Targa, come recita la pagina ufficiale della manifestazione. Ne sono, cioè, parte integrante agli occhi dei più che non sempre distinguono classifiche e gare. Vero è anche che la maggior parte degli interessati sono stranieri e che si è posto – davanti all’imponderabile non sempre si riesce realmente a sapere quale sia la giusta decisione da prendere – un reale problema logistico-organizzativo. Forse, però, alla fine, sparigliando le carte, la sostanza – prevalendo sulla forma – avrebbe messo d’accordo tutti. Per quanto appreso, comunque, non ci saranno festeggiamenti finali o altre manifestazioni a corredo.

Antonino Cicero
@AntoninoCicero1