Un uomo fu accoltellato all’addome e ferito a colpi di arma da fuoco pochi giorni dopo un altro tentato omicidio
La Polizia di Stato ha eseguito due misure cautelari, emesse dal G.I.P. su richiesta della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Palermo, nei confronti di Vincenzo Viviano e Vincenzo Maranzano ritenuti responsabili, in concorso, del tentato omicidio di Khemais Lausgi (alias Gabriele Alì).
Il fatto, avvenuto tra le vie del quartiere Zen il 6 ottobre 2016, aveva destato un notevole allarme sociale sia per le modalità esecutive, con un accoltellamento all’addome e delle ferite da arma da sparo, sia per il verificarsi, pochi giorni dopo, del tentato omicidio ai danni di Benedetto Moceo, commesso con un colpo d’arma da fuoco dal figlio Calogero, successivamento tratto in arresto.
Le indagini della Squadra Mobile, coordinate dalla Procura della Repubblica, svelano una forte conflittualità all’interno dello Zen, dovuta prevalentemente al controllo delle piazze di spaccio (che, principalmente, fanno riferimento ai singoli padiglioni che compongono il quartiere) e degli altri affari illeciti che si svolgono tra le vie del quartiere.
In questo caso il conflitto è avvenuto fra due gruppi rivali: uno che fa riferimento ai due fermati di oggi e l’altro a Lausgi criminale emergente nel panorama dello Zen, già destinatario di diversi provvedimenti giudiziari per reati connessi agli stupefacenti.
In particolare, questi gruppi che vanno affermandosi all’interno del quartiere sono prevalentemente composti da ragazzi molto giovani e spregiudicati provenienti da realtà difficili e, in alcuni casi, con dei collegamenti o parentele con appartenenti a Cosa Nostra