Nell’ambito del Corso di archeologia greca, organizzato da SiciliAntica, in collaborazione con ATC l’Associazione che viaggia, si svolgerà dal 19 al 26 giugno 2017 una visita guidata alla Grecia Classica.
Dopo l’arrivo a Patrasso, nel pomeriggio, il primo sito archeologico ad essere visitato sarà Olympia, culla dei Giochi Olimpici, ma anche luogo di culto di grande importanza, come testimoniano i resti di antichi templi, teatri, monumenti e statue, venuti alla luce dopo gli scavi effettuati nella zona dove la città originariamente sorgeva. Visita del sito con lo Stadio, la Palestra, il Tempio di Hera e di Zeus ed il Museo contenente alcune sculture uniche, in particolare la Nike (vittoria) di Peonio e l’affascinante scultura in marmo “Hermes con Dioniso”. La città possedeva molti edifici, alcuni dei quali venivano usati come dimora dagli atleti che partecipavano ai giochi, detti appunto olimpici, che si svolgevano ogni quattro anni in onore di Zeus. In questo luogo venne compilato per la prima volta nel 776 a.C. un elenco di vincitori: probabilmente l’esito delle prime Olimpiadi storicamente accertate. Olimpia comprendeva un recinto sacro, l’Altis, della lunghezza di 200 m e della larghezza di 177 m, situato in posizione sopraelevata rispetto alle altre costruzioni e al cui interno sorgevano i più importanti monumenti di culto e gli edifici adibiti all’amministrazione dei giochi. Sul lato sinistro dell’Altis, erano situati lo stadio e l’ippodromo, mentre sul lato destro, vi erano la palestra e il ginnasio al cui interno gli atleti che volevano partecipare ai giochi dovevano allenarsi almeno un mese prima dell’inizio delle gare. Le Olimpiadi erano una festa sportivo-religiosa dove vedeva uniti tutti i greci e faceva cessare tutte le guerre durante il suo svolgimento. Ancora oggi l’inizio delle Olimpiadi moderne si svolge simbolicamente a Olimpia, con la cerimonia di accensione del fuoco sacro da parte di alcune “sacerdotesse”. Il fuoco viene trasmesso con fiaccole, che saranno portate da atleti in staffetta fino alla sede scelta per lo svolgimento dei giochi. Il giorno successivo è previsto la visita guidata a Micene, scoperta dall’archeologo tedesco Heinrich Schliemann alla fine dell’800 e oggi inserita nel Patrimonio dell’umanità dell’UNESCO. Si tratta della città più emblematica e sorprendente della civiltà micenea, quella che più di ogni altra rappresenta la cultura dell’età del Bronzo in Grecia. Tutto il complesso della cittadella fortificata di Micene trasuda monumentalità ed emana una misteriosa suggestione. Le possenti mura, edificate utilizzando grandi blocchi di pietra proteggevano la città da tre lati, mentre il lato sud-orientale era protetto da un profondo avvallamento naturale. Si entrava nella città per mezzo della Porta dei Leoni, costituita da quattro ciclopici blocchi e architravata. A coronamento dell’architrave, un lastrone triangolare alto quasi tre metri è decorato con due leonesse rampanti ai lati di una colonna sacra. Subito dietro la porta si trova il cerchio delle tombe reali, in una della quali è stata ritrovata la famosa cosiddetta maschera d’oro, rinvenuta sopra il volto di un defunto e nella quale Schliemann credette di ravvisare le sembianze di Agamennone. All’interno dell’acropoli si trova il Palazzo reale, strutturato intorno a una grande sala quadrata (megaron) munita di un focolare centrale, con la sala del trono e una cella sacra. Fuori dalla rocca si sono conservati altri luoghi di sepoltura, il più notevole dei quali si trova su una collina di fronte all’acropoli: il Tesoro di Atreo, una tomba circolare di circa 14 metri di diametro e altezza coperta da una cupola conica formata da 33 anelli concentrici che alla cima si conchiudono in un unico lastrone. Da questo ambiente si accede a un locale più piccolo dove erano posizionate le tombe regali. Visita guidata della città fortificata di Tirinto a pochi chilometri da Micene situata nel settore sud-orientale della piana di Argo. Anch’essa colpisce per le possenti mura formate da blocchi di pietra che arrivano a pesare anche 13 tonnellate: non a caso, secondo la mitologia erano state posate dai Ciclopi. Le mura sono lunghe circa 750 metri e hanno uno spessore che va dai 4,5 ai 7 metri. Al loro interno, una serie di cunicoli permetteva lo spostamento delle truppe. Il periodo di massimo splendore di Tirinto iniziò nel XV secolo a.C., quando la parte alta venne fortificata per la prima volta. Come a Micene, anche qui il palazzo reale ha una struttura simmetrica che si sviluppa intorno al megaron. Anche quest’ultima venne scoperta dall’archeologo tedesco Schliemann alla fine dell’800 e risulta, come la prima, inserita nel Patrimonio dell’UNESCO per il suo inestimabile valore. Nel pomeriggio visita guidata del bellissimo Teatro Epidauro, famoso per la sua ottima acustica, ancora utilizzato per gli spettacoli moderni durante il periodo estivo. Il Teatro era in grado di ospitare 14.000 persone e sorge in uno stupendo contesto storico-naturale, da qui si gode la vista sull’antica Epidauro fino alle montagne in lontananza. Il Teatro fu costruito intorno al IV secolo a.C. su progetto dell’architetto Policleto il Giovane. Malgrado non manchino testimonianze di edifici dell’epoca, come i teatri di Eretria, Delo, Priene, nessuno eguaglia per perfezione e armonia di proporzioni l’architettura di Epidauro. Per non parlare dell’eccezionale acustica ottenuta soltanto su basi empiriche. L’orchestra di 20,28 m di diametro è posta tangenzialmente alla scena ed è avvolta per circa due terzi dalle gradinate del pubblico. Uno dei pregi maggiori di questo teatro, dovuto probabilmente a un attento calcolo delle dimensioni della scena, e della curvatura della cavea, è l’acustica perfetta che consente di far giungere la voce sin nei ripiani più alti, amplificando ogni minima emissione sonora. Inizialmente fu adibito alla rappresentazione di tragedie. Inoltre visita al santuario di Asclepio che in età ellenistica divenne il centro per eccellenza dedicato al culto di divinità salutare del pantheon greco: guariva i fedeli che si recavano in pellegrinaggio ad Epidauro durante le feste in suo onore. Le guarigioni dei fedeli avvenivano in un edificio detto àbaton, “impenetrabile”. Prima di accedervi, infatti, il pellegrino doveva aver compiuto le lustrazioni di purificazione necessarie. Inoltre visita al tempio di Asclepio costruito nelle vicinanze dell’abaton tra il 380 e il 375 a.C. Era uno dei più piccoli peripteri dorici della Grecia, in marmo e tufo di Corinto, con undici colonne sui lati lunghi, sei sui lati minori e due colonne in antis. Si conservano le fondamenta e, nella cella a navata unica, resta visibile la base sulla quale doveva ergersi la statua di culto.
Il terzo giorno è prevista la visita guidata del Museo Archeologico Nazionale di Atene, uno dei più importanti a livello mondiale, situato in un bellissimo edificio neoclassico che ospita una vasta collezione di statue e sculture che forniscono una panoramica dell’arte della scultura ellenica che si è sviluppata nel corso di un millennio. Visita della sala che conserva i resti dell’antica civiltà Micenea dove si trova la famosa Maschera Funeraria d’Oro che fu attribuita dall’archeologo Heinrich Schlieman al Re Agamennone. Al primo piano la collezione di affreschi provenienti dagli scavi di Akrotiri a Santorini e la bellezza della statua del Giovane di Antikythera. Pomeriggio libero.
Il giorno dopo si sale sull’Acropoli di Atene, letteralmente “La Città alta” vera fortezza naturale, costruita sulla sommità tabulare di una collina. Dichiarata dall’UNESCO Patrimonio Mondiale dell’Umanità, l’Acropoli si erge orgogliosamente nel centro della città moderna di Atene, preservando lo splendore del passato. Su questa superficie, gli artisti greci eressero un complesso di edifici senza eguali al mondo; dall’epoca classica il maggior monumento alla loro civiltà. Ancor oggi questo sito archeologico affascina per l’immenso valore storico e la bellezza dei suoi templi. Visita al Partenone, il tempio di ordine dorico che domina sulla città, eretto durante l’Età d’Oro di Pericle intorno al V secolo a.C. dedicato alla dea Atena e realizzato con marmo locale. Questo tempio è il più famoso reperto dell’antica Grecia ed è stato lodato come la migliore realizzazione dell’architettura greca classica: le sue decorazioni sono considerate alcuni dei più grandi elementi dell’arte greca. Il Partenone è un simbolo duraturo dell’antica Grecia e della democrazia ateniese e rappresenta senz’altro uno dei più grandi monumenti culturali del mondo. Proseguimento con la visita del Tempio di Atena Nike, letteralmente “Atena la vittoriosa” costruito intorno al 424 a.C. per festeggiare la vittoria degli ateniesi sui Persiani. Si prosegue con la visita dell’Eretteo, la leggenda narra che qui germogliò il primo ulivo della città quando la dea Atena toccò la terra con la sua lancia. L’edificio comprende la loggia delle Cariatidi, le cui colonne di supporto hanno la forma di sei figure femminili. Nel pomeriggio visita guidata al Museo dell’Acropoli che raccoglie esclusivamente materiali rinvenuti nel sito: nucleo principale della collezione sono le statue e i frammenti di decorazione architettonica arcaica profanati dai persiani nel 481 a.C., cui si aggiungono sculture del periodo classico. Il museo ospita un itinerario cronologico che presenta l’evoluzione dell’arte greca e in particolare della scultura, dall’epoca arcaica sino al periodo della dominazione romana nel corso di oltre quindici secoli, suddivise in cinque sezioni cronologiche. La mostra permanente del museo presenta reperti provenienti dall’Hekatompedon (il primo edificio costruito sull’Acropoli), dai Propilei, dal Tempio di Athena Nike, dall‘Eretteo, dal Santuario di Artemis Brauronia ed, ovviamente, dal Partenone (il tempio di Athena Parthenos). Dall’atrio del museo, attraverso una grande rampa in cristallo che domina gli scavi sottostanti, delimitata da reperti rinvenuti sulle pendici dell’Acropoli, i visitatori possono raggiungere un livello a doppia altezza dove una prima galleria, dedicata al periodo “arcaico”, testimonia le origini dell’Acropoli come centro religioso. Il percorso sale poi attraverso una scala al livello più alto del museo, che ospita la Galleria del Partenone. Il volume della galleria è ruotato rispetto al livello inferiore in modo da replicare l’orientamento del Partenone stesso così da mostrare i reperti provenienti dal tempio secondo il loro orientamento originario. Visita guidata al Ceramico il più antico e grande cimitero ad oggi conosciuto di tutta la regione dell’Attica. Secondo lo storico greco “Erodoto” il nome deriva dal termine “Keramos” ovvero “terracotta”: quest’area ospitava infatti le officine dei vasai. L’area fu utilizzata come necropoli a partire dal XII secolo a.C. fino all’epoca romana e bizantina. La necropoli si era sviluppata lungo la “via dell’Accademia”, dove sorgeva la scuola instaurata da Platone, che usciva dalle mura cittadine attraverso la porta detta Dipylon (doppia porta), e lungo la “via Sacra” che conduceva al santuario di Eleusi, ed usciva dalla città dalla “Porta Sacra”. Vi furono condotti scavi a partire dal 1863, che permisero di ritrovare una grande quantità di ceramica, consentendo di definire l’evoluzione della ceramica greca attica a partire dagli stili protogeometrico e geometrico. Camminando all’interno del sito archeologico, sarà possibile apprezzare interessanti monumenti come la Stele di Dexileos ed il toro di marmo di Dioniso di Kollytos. Al centro del sito si possono osservare due delle porte d’ingresso più famose di Atene, il Dypilon e la Porta Sacra, che prende il nome dalla Via Sacra che si estende all’interno del sito.
Il giorno successivo partenza per Maratona. Arrivo nell’antico sito della celebre battaglia combattuta nel 490 a.C. durante la prima guerra persiana dove le poche unità radunate da Ateniesi e Plateesi riuscirono a sconfiggere l’esercito di Dario I, probabilmente in superiorità numerica. A memoria di quel celebre fatto rimane il tumulo eretto subito dopo la battaglia sotto il quale furono sepolti i morti Ateniesi, 192 secondo la tradizione, circondato da un parco e contraddistinto dalla presenza di una lapide commemorativa. La battaglia di Maratona è famosa anche per la leggenda dell’emerodromo Fidippide che, secondo Luciano di Samosata, avrebbe corso ininterrottamente da Maratona ad Atene per annunciare la vittoria e, giuntovi, sarebbe morto per lo sforzo. Il mito di tale impresa è resistito nei secoli fino a ispirare l’ideazione della gara podistica della Maratona, che nel 1896 fu introdotta nel programma ufficiale della prima edizione dei giochi olimpici moderni tenutisi ad Atene. Nel pomeriggio arrivo a Capo Sunio, un promontorio situato sulla punta meridionale dell’Attica, dove sorge il Tempio di Poseidone, considerato uno dei più belli della Grecia. Il Tempio fu costruito intorno al 44 a.C. con marmo grigio estratto nelle vicine cave. Dopo la sconfitta persiana nella battaglia di Salamina una intera trireme nemica venne portata nel santuario e dedicata a Poseidone. Delle 34 colonne originali, 15 sono ancora in piedi ed una di esse porta le iniziali del poeta inglese Lord Byron e che menzionò il Sounion nel suo poema Don Juan. Secondo il mito sarebbe il luogo dal quale Egeo, re di Atene, si sarebbe gettato nel mare al quale venne dato il suo nome (mar Egeo). Il primo riferimento letterario è nell’Odissea di Omero: doppiando il capo, muore il nocchiero della nave di Menelao, e sulla spiaggia sottostante vengono tenuti i suoi funerali. Il sito era frequentato sin dalla fine dell’VIII secolo a.C., come provano i rinvenimenti archeologici, ed Erodoto ci informa che nel VI secolo a.C. vi si teneva una processione, nella quale i capi ateniesi si recavano al promontorio via mare su una barca sacra. Il giorno dopo partenza per Delfi e visita guidata del sito archeologico di Delfi situato in posizione spettacolare sulle pendici del Monte Parnasso. Celebre per l’Oracolo di Apollo e per le profezie della Pizia in stato di trance: in questi luoghi si recavano gli antichi popoli prima di prendere importanti decisioni, per scoprire se gli dei erano favorevoli o avversi nella vicina battaglia. Patrimonio Unesco dal 1987, il santuario panellenico di Delfi nei tempi antichi era il centro del mondo greco. A sinistra e a destra della Via Sacra, le città greche eressero le loro offerte: statue, gruppi scultorei, piccole costruzioni sotto forma di templi (Tesori) che all’interno custodivano le loro offerte. Uno dei più famosi è il Tesoro degli Ateniesi. Fanno parte del sito archeologico il tempio dedicato all’Apollo Delfico, il famoso teatro e lo stadio dei giochi pitici. Nel Teatro del Santuario si tenevano anche competizioni di lirica e tragedia, mentre nello Stadio, oltre ai classici giochi atletici, si tenevano anche eventi musicali. Visita del Museo Archeologico di Delfi che ospita i resti di una grande quantità delle offerte che adornavano il Santuario: vasi di bronzo, statuette e sculture dei templi e dei Tesori, oltre a opere d’arte minori di materiali preziosi (oro, argento e avorio). Nel museo sono raccolte le opere d’arte ritrovate negli scavi. Fra esse spicca la statua della Sfinge dei Nassi, in origine posta in cima a una colonna, la statua bronzea dell’auriga di Delfi, l’omphalos marmoreo, raffigurante l’ombelico del mondo, la statua del pugile Agias e la statua marmorea di Antinoo, di epoca romana. Molteplici i reperti di offerte votive: elmi, armi, vasi, monete, statuette e gioielli, che testimoniano secoli ininterrotti di culto al dio di Delfi.
La visita nella Grecia Classica sarà effettuata con Pullman GT e traghetto Brindisi–Patrasso. Prenotazioni entro il 23 maggio 2017. Per informazioni tel. Tel. 091.8112571 – 346.8241076.
In allegato Comunicato stampa e Acropoli di Atene: la loggia delle Cariatidi.