La montagna di Geraci Siculo è sgavìtata. Gli animali si sono insediati e lì rimarranno fino alla fine dell’estate a brucare il nuovo pascolo.
Ancora una volta, come avviene da centinaia di anni, lo scorso 22 maggio i pastori geracesi hanno radunato le proprie mandrie, che fino ad ora erano rimaste alla “marina”, e le hanno condotte in montagna seguendo la strada che dal bevaio di SS. Trinità sale fino a “Piano Fiducia”. Un appuntamento consueto per i pastori geracesi e per l’intero paese, abituato al suono del campanaccio, ma non per i tanti che sono accorsi all’appuntamento che purtroppo anche quest’anno è stato caratterizzato dal freddo invernale. La curiosità ha comunque mantenuto tanta gente lungo le strade, sui muri e nei pressi del bevaio. Tra la nebbia che limitava la visuale di tanto in tanto si sentiva una voce: arrivano! La gente si entusiasma, si muove, guardare in fondo alla strada, si prepara, le macchine fotografiche vengono tirate fuori dalla fondina. Nuovamente la stessa voce, come avviene in occasione di manifestazioni automobilistiche, avvisa: arrivano! Ma a giungere non sono le macchine. A correre sono le mucche. Intere mandrie seguite da allevatori passano e vanno verso la montagna. Una cosa insolita, particolare, una pratica pastorale unica che altrove è pressoché scomparsa, che a Geraci Siculo resiste grazie ai vistiamara; grazie a tutti coloro che hanno scelto il mestiere più vecchio del mondo. Geraci Siculo si propone quindi come la città dei pastori.
“Si sgavìta la montagna” è il titolo dato all’appuntamento che per l’intero pomeriggio e fino all’imbrunire ha visto avviarsi verso la montagna le mandrie. La gente dopo il loro passaggio si è radunata nel marcato, realizzato per l’occasione, dove bravi casari si sono adoperati per far gustare la buona tuma e la ricotta che ha riempito la quadara posta nella furnaca, il focolare creato per l’occasione. Non è mancata la grigliata di carne locale e del buon vino che ha fatto reggere ai conviviali l’abbassamento della temperatura con il calare della sera. Nell’attesa di assaggiare i buoni prodotti madoniti chiediamo ad alcuni pastori il significato del titolo della manifestazione che ormai è diventata un appuntamento turistico che ogni anno viene arricchito da numerose attività culturali e ricreative e iniziative volte a promuovere i prodotti locali e l’intero territorio. Ci viene spiegato che il termine dialettale sgavitàri, collegato al periodo che va dal 22 maggio al 20 novembre, viene adoperato per segnalare la conclusione del divieto di pascolo della montagna che di contro viene chiamato gavitàri e va dal 6 marzo al 22 maggio. L’alternarsi di questi periodi da luogo alla Transumanza. Anche quest’anno il programma della manifestazione promossa dal Comune di Geraci Siculo in collaborazione con la Pro Loco, il Consorzio F.Agr.Al e la casa editrice “Edizioni Arianna” ha riservato vari appuntamenti tra i quali un interessante convegno su “Biodiversità e territorio: allevamento bovino, prodotti zootecnici e sviluppo rurale”. Sport, visite guidate presso aziende zootecniche, escursioni naturalistiche ed altre iniziative hanno fatto da cornice a questa edizione che il sabato sera ha proposto anche lo spettacolo musicale: “Racconti di Viaggio” dei Vorianova. Nonostante il freddo, la nebbia e la pioggia anche quest’anno la montagna di Geraci Siculo è stata “sgavitata” le mandrie sono al pascolo.