Intascavano i gettoni di presenza, ma in realtà non erano in aula.
Così 17 consiglieri comunali di Messina sono stati condannati per falso ed abuso d’ufficio, con pene che vanno dai 4 anni di reclusione, più l’interdizione dai pubblici uffici per 5 anni e l’obbligo di risarcimento dell’ente locale, in attesa del quale i 17 dovranno pagare una provvisionale di 10mila euro ciascuno. E’ questa la decisione assunta dal tribunale di Messina nella tarda serata di ieri, dopo un processo durato alcune udienze. I consiglieri condannati sono Piero Adamo, Nicola Cucinotta, Carlo Abbate, Fabrizio Sottile, Carmelina David, Angela Burrascano, Giovanna Crifò, Pio Amadeo, Paolo David , Nicola Crisafi, Santi Zuccarello, Benedetto Vaccarino, Antonino Carreri, Santi Sorrenti, Andrea Consolo, Libero Gioveni e Nora Scuderi. Tutto è iniziato con intercettazioni e video che hanno scoperto una prassi consolidata di presenze lampo nelle commissioni, anche meno di tre minuti, e firme apposte da altri per gli assenti, tutto per intascare oltre 2mila euro di gettoni ciascuno, senza lavorare o lavorando davvero poco. Dopo la condanna, i consiglieri resteranno però tutti in carica e nessuno verrà sospeso, perchè la cosidetta “legge Severino” prevede la sospensione solo per alcuni reati (come l’abuso d’ufficio) e per pene superiori a due anni in secondo grado, mentre l’interdizione dai pubblici uffici diventerà esecutiva solo dopo che la sentenza passerà in giudicato.