Duecento anni fa moriva Jane Austen.
Era proprio il 18 luglio 1817 quando la appena quarantunenne scrittrice britannica chiudeva la sua esistenza terrena. Austen, nata a Steventon, un piccolo villaggio dello Hampshire, il 16 dicembre 1775, è stata una scrittrice di spicco della narrativa preromantica, poi divenuta molto famosa e conosciuta. Figlia del pastore anglicano e penultima di otto figli, Jane crebbe in un ambiente vivace e culturalmente stimolante; il padre si occupò personalmente della sua educazione insegnandole il francese e le basi della lingua italiana e contribuì alla sua crescita letteraria e già precocemente cominciò a cimentarsi con la scrittura componendo poesie, abbozzi di romanzi, novelle, racconti ed a partire dal 1795 ella iniziò la stesura di quelli che diventeranno i suoi lavori più celebri: “Prime impressioni”, prima bozza di “Orgoglio e pregiudizio”, ed “Elinor e Marianne”, che poi divenne “Ragione e sentimento”. Solo nel 1813 l’editore Egerton pubblicò “Orgoglio e pregiudizio”, che fu subito accolto molto bene. Nel 1816 Austen si ammalò gravemente, forse di morbo di Addison, morendo il 18 luglio dell’anno successivo a Winchester. I temi più cari alla scrittrice britannica furono le cerchie ristrette della provincia, le storie d’amore e la vita quotidiana, illustrando con ironia ed arguzia i personaggi che popolavano la campagna inglese; le donne sono il fulcro fondamentale di ogni romanzo, facendo di Jane Austen una delle prime scrittrici a dedicare il suo lavoro all’analisi dell’universo femminile.