Antichi mestieri a Termini Imerese. Visita guidata alla Collezione etnoantropologica Graziano

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Nell’ambito della manifestazione “Notti di Sicilia” si terrà mercoledì 23 agosto 2017 alle ore 21,30 l’iniziativa “Antichi mestieri. Visita guidata alla Collezione etnoantropologica Graziano”.

L’appuntamento è in Via Calcedonio Geraci, 6 a Termini Imerese. A conclusione della visita è prevista una degustazione di prodotti tipici. E’ obbligatoria la prenotazione. L’iniziativa è organizzata da BCsicilia – Per la salvaguardia e la valorizzazione dei beni culturali e ambientali, in collaborazione con ATC a Guardie Sikane. Per informazioni: Tel. 091.8112571 – 339.5921182. Email: [email protected]. Facebook: Atc l’associazionecheviaggia. Twitter: Atc TurismoeCultura.
Nell’ambito dei molteplici elementi, astratti e concre­ti, che caratterizzano il patrimonio cul­turale di una determinata comunità etnica, il complesso dei beni etnoantropologici, han­no un posto di rilievo, perché raccon­tano il vissuto quotidia­no di un popo­lo. Far memoria quindi non per una sterile no­stalgia del passato, ma perché essa orienta u­na visione posi­tiva del­la vita e dei rapporti u­mani, e­duca alla convi­venza pacifica, all’accoglienza e al ri­spetto dell’altro. In u­na sola parola, segna la cultura di un popolo. E questo è vero in par­ticolar modo per la tra­dizione e la cultura po­polare. In special modo in Si­ci­lia, luogo in cui que­ste ultime assumono una spe­cificità tutta parti­colare per­ché segnano l’identità stes­sa di un popo­lo. Tut­to ciò che oggi noi siamo ha le sue ra­dici nel pas­sato, e di­menticare queste ultime è co­me condur­re una vita priva di punti di riferimento.
La col­lezione Graziano è in qual­che mo­do memoria vivente di un fram­mento di un mondo anti­co. Posta in un piccolo spazio reso museale dal suo proprietario che è anche colui che con pazienza ed a­more, ha raccolto, catalogato e siste­mato gli oggetti di lavoro, culto e vita quotidiana di un tem­po che non c’è più e la cui visione riporta alla mente luoghi, per­sone e aneddoti oggi dimenticati. Nel mu­seo possiamo ammirare, ordi­natamente disposti, gli at­trezzi del contadino, dall’aratro al­la zappa, sino alla falce: essi raccontano di una antica vita rurale. Al completamento del ciclo del grano, è il ciclo della pa­sta alimentare dove la fari­na, fresca di molitura, veni­va lavorata a mano per farne la pasta; ed ecco la ma­dia, l’arbitriu e le canne dove la pasta fresca veniva stesa ad a­sciugare. La collezione è ricca di attrezzi per la viticoltura, si notano gli strumenti del calzo­laio e vari “cafisi” e bottiglie impagliate ci raccontano del ciclo dell’ulivo e dell’imbottigliamento dell’olio. Una collezione che diventa luogo dove si con­ser­va la memoria storica alla scopo di ricordare gli stretti le­gami intercorrenti tra vecchio e nuovo, nella consa­pevolezza di una continuità tra ciò che è, ciò che è stato e ciò che sarà.