Inaugurato, all’insegna delle tradizioni, l’anno scolastico all’Istituto Comprensivo G.B. Cinà di Campofelice di Roccella, Collesano, Lascari

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Anche quest’anno la piazza di Campofelice di Roccella si è riempita della vivacità dei giovanissimi allievi dell’Istituto Scolastico G.B.Cinà.

Con canzoni, balli e filastrocche come sempre ma, questa volta, con una bella novità: al primo posto il territorio e le tradizioni di un tempo forse non ancora troppo lontano. Madonie e giochi tradizionali il titolo più appropriato per un evento che ha visto il dirigente scolastico Fabio Pipitò dare un senso al valore del territorio  come forse neanche chi vi è nato ha mai fatto. Un dirigente scolastico che sin dal suo primo intervento ha dichiarato di sentirsi uno del luogo, e lo dimostra con i fatti. Quest’anno gli allievi di Campofelice, Lascari e Collesano, si muoveranno nelle Madonie alla scoperta del nostro territorio che iizia proprio dal litorale. I lettori ricorderanno gli sforzi degli amministratori campofelicesi per dare come volto di Campofelice quello di “Porta Delle Madonie”; ma quanto in verità rimanga di ciò è difficile da comprendere. Ecco perché il fatto che i nostri figli viaggino sulle Madonie è un’idea straordinaria  utilissima per scoprire, e quindi amare, la nostra casa.
La parte, forse persino ancora più ambiziosa, è stata l’importanza data ai giochi tradizionali. I ragazzi della scuola secondaria di primo grado e i bambini delle quinte classi della scuola primaria, si sono cimentati in una serie di giochi tradizionali: a li quattru cantunera, u travu longu, u jocu ri pignati, zuppichè o ciampa, u fazzulettu… Giochi che per coloro che oggi hanno i capelli bianchi o quasi, ha sperimentato quotidianamente nel corso della propria infanzia, condividendo l’esperienza per strada, senza la direzione di alcun istruttore ma sotto l’occhio vigile di ogni adulto del vicinato. Si perché così funzionava una volta: non vi era il mondo virtuale dei videogiochi in cui si sta da soli, e diciamolo pure, un po’ abbandonati a se stessi, prima esisteva la strada quel luogo magico dove si giocava e si cresceva a pane e ceffoni, ma dove i figli appartenevano a tutta la comunità. Ed è questo un po’ il tono dell’intervento dell’assessore Michela Taravella che ha sottolineato come una piazza piena di bambini non può non riscaldare il cuore dell’adulto, ed è chiaro che una comunità sana non può non vedere in ogni bambino il proprio figlio. In verità un adulto può anche non averlo un figlio proprio, ma non può non sentire la responsabilità del futuro e vivere ogni giorno con il desiderio di lasciare a chi verrà  un mondo migliore. I genitori di oggi sono l’ultima generazione cresciuta con i giochi da strada e ricordarlo è stato bellissimo, ma per la prima volta gli adulti sono un passo indietro rispetto ai figli  invischiati nel web fin nel midollo osseo, bravissimi nell’uso di qualsivoglia strumento informatico ma del tutto impreparati all’etica del web e trovarsi senza una guida esperta può risultare pericoloso. Ecco quindi la nostalgia del passato; il desiderio del recupero di un tempo ormai scomparso; lo smarrimento del presente. Si può solo sperare che il lavoro di rete, a partire dalla scuola, sappia trovare le risposte per accompagnare i giovani nell’avventuroso viaggio che è la vita: partire dalle Madonie sarà un ottimo inizio.
Nelli Minneci