Domenica 1 ottobre 2017 si è chiusa a Gangi, incantevole borgo sulle Madonie, la IX edizione di “Vivere in Assisi”.
Le scene sono state precedute da un importante corteo storico, 200 tra figuranti, sbandieratori e musici, in costumi medievali, ricchi e accuratissimi nei particolari, che si è snodato tra le vie del centro storico riuscendo a calare gli spettatori in un’atmosfera ricca di suggestione e facendo da cornice a un viaggio tra “Terra e Cielo” che ha portato la forza risoluta del messaggio di San Francesco, perseguito nella sua esperienza terrena “ora con consolante letizia, ora con scelte dure e dolorose”.
La manifestazione ha visto la partecipazione straordinaria di Elisa Di Dio, attrice, drammaturga, regista, volto e voce della scena finale con le musiche del Maestro Ruggiero Mascellino; di Vincenzo Pietro Bongiorno, ultimo amanuense di Sicilia, il cui nome figura già nel Libro dei Tesori Umani viventi che, insieme a tutti gli altri eccellenti interpreti, hanno dato vita a una rappresentazione particolarmente intensa. Struggente il messaggio e pieno di speranza per un mondo oggi decaduto, smarrito, errante: il Creatore che s’incarna e muore per la salvezza della sua creatura, un mistero d’amore infinito, alto e umile allo stesso tempo, grazia piena e incommensurabile per gli uomini d’ogni epoca.
Compiaciuta Gangi tutta che, generosa e accogliente, ha visto arrivare, nei quattro giorni della manifestazione, migliaia di visitatori entusiasti e partecipi che, nelle vesti di pellegrini, si sono lasciati avvolgere da un senso di meditazione profonda e intima introspezione, intraprendendo un cammino che ha scavalcato i secoli e oltrepassato la Storia in uno scenario indubbiamente affascinante. Gangi si è, infatti, svelata nella sua immutata, spettacolare bellezza, divenendo superbo palcoscenico naturale di un vero teatro sotto le stelle.
Particolarmente soddisfatti i responsabili che hanno lavorato incessantemente per mesi, rivedendo ognuno priorità e impegni personali, per preparare un evento tanto emozionante quanto imponente. Ogni edizione, biennale, è diversa dalle precedenti «di volta in volta, dunque, testi, scenografie e costumi sono nuovi, restituendo, però, sempre e comunque, l’autenticità del messaggio di San Francesco. Un gran lavoro» come rileva il dott. Roberto Franco, presidente del Centro Studi Francescani e Medievali e promotore dell’evento, coadiuvato da un team di esperti, creativi, appassionati organizzatori, «nei momenti più duri temiamo spesso di non farcela, di non riuscire a far fronte a tutto. La nostra forza, in ogni caso, è proprio il messaggio di Francesco e alla fine questo “tutto” compiuto con “gioia e letizia”, riesce a scolpire nei cuori ciò che il Santo ha voluto. Ne siamo diretti testimoni, stupiti e grati, quando incontriamo lo sguardo di chi passa e va, colmo di serena commozione». Un evento unico nel suo genere, un felice connubio tra arte, teatro e musica nel Borgo più bello d’Italia, che tornerà nel 2019 per la sua X edizione.