L’insorgenza e lo sviluppo di una delle malattie degenerative più terribili, l’Alzheimer, potrebbe essere in connessione con l’eccesso di zucchero.
Ad evidenziarlo, un recentissimo studio dei ricercatori dello statunitense National Institute on Aging (NIA), una divisione dell’NIH (National Institutes of Health, in italiano Istituto Nazionale della Salute). Gli scienziati, che hanno confrontato i cervelli post-mortem di pazienti deceduti con tale malattia e soggetti deceduti senza demenza, hanno sottolineato le evidenti differenze del tessuto cerebrale tra chi è stato colpito dall’Alzheimer, che risulta ben diverso e modificato dall’eccessiva presenza di glucosio rispetto a coloro che non ne erano affetti. Nel dettaglio, i pazienti colpiti da Alzheimer presentavano un eccesso di zucchero nelle zone colpite dalla malattia in quanto non riuscivano a portare a termine il processo di glicolisi. In buona sostanza, chi è affetto da questa patologia ha maggiori difficoltà a trasformare il glucosio in energia. Gli studiosi hanno notato che il processo di glicolisi è maggiormente compromesso quando il disturbo è già in stato avanzato. Come evidenziato dal dottor Madhav Thambisetty, tra gli autori della ricerca, i risultati ottenuti sono molto importanti perché portano ad analizzare un nuovo meccanismo – ovvero la glicolisi – come possibile bersaglio di nuove terapie anti Alzheimer.