E’ stato ritrovato solo alcuni giorni addietro nel suo ufficio, che è ancora così come l’aveva lasciato nel 1992.
E’ un appunto scritto di pugno da Giovanni Falcone, un promemoria redatto di suo pugno durante gli interrogatori del pentito Francesco Marino Mannoia, che risale al 1989. Nel manoscritto, un foglio di block notes vergato con penna blu, si legge chiaramente “Cinà in buoni rapporti con Berlusconi. Berlusconi dà 20 milioni ai Grado e anche a Vittorio Mangano”. A trovare oggi l’appunto di Falcone su Berlusconi è stato il suo ex collaboratore Giovanni Paparcuri. Esso confermerebbe i contatti tra Cosa nostra e l’ex cavaliere. Il Cinà citato dovrebbe essere Gaetano Cinà, il mafioso molto amico dell’ex senatore di Forza Italia Marcello Dell’Utri; Grado sarebbe Gaetano Grado, uno dei boss palermitani; Vittorio Mangano è il celeberrimo “stalliere” assunto da Berlusconi, in realtà noto mafioso pagato dal cav per proteggere la sua famiglia ed i suoi beni. Secondo la sentenza di condanna di Dell’Utri, Berlusconi avrebbe infatti stipulato con la mafia un “patto di protezione” nel 1974 per evitare i sequestri di persona, all’epoca molto “di moda” e per “assicurare” i ripetitori delle sue televisioni in Sicilia.
Berlusconi leader negli anni ’90 votato in Sicilia, non stranamente, per arrivare nel 2013 alla notizia “Dell’Utri mediatore del patto Berlusconi-Cosa Nostra”: “lui” che ricorre all’antica protezione che la mafia riservava agli eletti, mentre noi reprobi, dopo 25 anni, continuiamo a gridare “Fuori la mafia dallo stato”, dal tragico 23 maggio di Palermo.
maria rosaria sinatra
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