Scuola, una possibilità per il trasferimento dei docenti

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Una possibilità in più per il ritorno dei docenti a casa arriva dalla magistratura.

Il tribunale di Monza, su ricorso dell’avvocato Elisa Cianciolo, del foro di Termini Imerese, ha riconosciuto il diritto di un’insegnante termitana a ritornare nella sua città, nonostante la “buona scuola” le avesse assegnato la cattedra a chilometri di distanza, in Lombardia. Ma cos’è avvenuto? Un’insegnante di Termini, per effetto delle assunzioni scolastiche decise con la legge 107 del 2015, la cosiddetta “buona scuola” di matrice renziana, è stata assegnata ad una scuola lombarda. La docente, per l’anno scolastico in corso, ha presentato una domanda di assegnazione provvisoria nella provincia di Palermo, per ricongiungimento familiare, rimanendo però esclusa. Si è così rivolta all’avvocato Cianciolo, chiedendo una tutela del suo diritto, ed il legale ha fatto ricorso al giudice del lavoro di Monza, competente nella questione, il quale ha dato ragione all’insegnante, riconoscendo il suo diritto quale docente assunta a tempo indeterminato a ritornare in Sicilia e ricoprire uno dei posti disponibili di sostegno nella provincia di Palermo, che non è stato possibile coprire con i docenti specializzati, che hanno la precedenza rispetto ai docenti precari non specializzati. “Negare l’assegnazione provvisoria per motivi di ricongiungimento familiare, quando ci sono posti disponibili nella provincia di residenza, viola diversi principi costituzionali”, ha detto l’avvocato Cianciolo in merito. La legge sulla “buona scuola”, tanto strombazzata dal governo Renzi, che avrebbe dovuto eliminare il precariato scolastico, ha però creato situazioni di disagio sociale, perché molti insegnanti siciliani hanno potuto ottenere una cattedra al Nord, pur essendoci posti disponibili nella provincia di residenza, almeno sul sostegno, posti lasciati liberi per l’insufficienza degli insegnati specializzati, ma ricopribili comunque con quelli di ruolo, a semplice domanda di assegnazione provvisoria. Così la decisione del giudice di Monza sembra sistemare un tassello importante nella vicenda complessa delle assegnazioni di cattedre scolastiche, dando una speranza in più ai tanti insegnati che si sono trovati ad emigrare per ricoprire un incarico scolastico.