Democrazia partecipativa sotto il segno della fede: Oltre il 60% dei votanti sceglie la manutenzione della Chiesa di Santa Maria alla fontana

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La terza edizione di Democrazia Partecipativa, promossa dall’Amministrazione Comunale di Petralia Sottana, si è conclusa con l’accoglimento della proposta progettuale di don Santino Scileppi.

Il progetto è finalizzato alla manutenzione della cinquecentesca chiesa di Santa Maria alla Fontana, l’edificio sacro adiacente il monumento ai caduti e da anni chiusa a culto. Come era prevedibile, così come nella prima edizione del 2015, la proposta del parroco di Petralia Sottana, che dal suo arrivo in paese si è profuso per il restauro e la manutenzione di tutte le chiese della parrocchia, ha ricevuto un ampio consenso distanziando di molto le altre tre proposte in concorso.
Ben 95 cittadini, dei petralesi che si sono recati a votare nell’aula consiliare del palazzo municipale, hanno preferito che il fondo dalla Democrazia partecipata, pari a circa 16 mila euro, fosse indirizzato alla proposta del parroco, mentre appena 21 sono state le preferenze ottenute dalle due proposte, ex equo, finalizzate alla pavimentazione antitrauma nell’area giochi della pineta comunale di Petralia Sottana e per “U jardinu a rocca”, l’idea di realizzare un giardino didattico in un terreno comunale donato alcuni anni addietro al Comune madonita; soltanto 15, invece, i voti totalizzati dalla mozione “Formazione… primo passo verso il rilancio”, un progetto che prevedeva dei percorsi formativi rivolti ad amministratori pubblici locali e ai soggetti operanti nel settore turistico/ricettivo.
La chiesa di Santa Maria alla Fontana, edificata dove molto probabilmente in passato esisteva una moschea, giacché a Petralia Sottana convivevano pacificamente cristiani, ebrei e musulmani, potrebbe ritornare fruibile al pubblico anche per l’incontro di culture religiose diverse. «Potrebbe diventare un luogo di preghiera per tutte tre le religioni monoteiste» – ha affermato padre Santino, ritornato da un recente incontro a Palermo presso la Chiesa “Casa di preghiera per tutti i popoli” di Biagio Conte. L’idea nasce, non soltanto in relazione all’ipotesi di un precedente culto islamico nel luogo, ma anche per ravvivare la millenaria cultura petralese dell’accoglienza e d’integrazione dei popoli, così da creare un luogo d’incontro e di preghiera per i nuovi migranti che si trovano a Petralia e nell’intero comprensorio madonita.
Come è noto il comma 1 dell’art. 6 della legge regionale n. 5/2014 prevede che i Comuni destinino il 2% delle somme trasferite dalla Regione Siciliana a forme di democrazia partecipata, ovvero utilizzando strumenti che coinvolgano la cittadinanza per la scelta di azioni di interesse comune. A differenza delle precedenti edizioni, in cui il contributo veniva elargito, previa rendicontazione, direttamente al soggetto concorrente, adesso la legge prevede che dovrà essere il Comune a gestire le risorse messe a disposizione, destinandole nel capitolo pertinente. « I lavori di manutenzione saranno concordati con la Soprintendenza – ha affermato il primo cittadino di Petralia Sottana, Leonardo Neglia – e in primavera si spera di poter iniziare i lavori.» Nonostante la partecipazione fosse aperta ai giovani, anche ai non maggiorenni dai 16 anni, l’affluenza purtroppo è stata scarsissima, in tendenza con la limitata adesione di proposte progettuali. Appuntamento, quindi, alla prossima edizione di Democrazia Partecipata nell’auspicio che ci sia una preliminare e più ampia promozione che inviti alla partecipazione democratica, sia nella fase delle proposte che al voto. Quest’ultimo, poi, potrebbe essere favorito anche dai nuovi strumenti virtuali che la tecnologia oggi mette a disposizione.
Alessandro Macaluso