Approfittava della buona fede e della disperazione dei pazienti, disposti a tutto pur di sconfiggere il “male”.
Così un medico, Tullio Simoncini, somministrava ai pazienti una cura “infallibile” contro i tumori: bicarbonato, lo stesso che le massaie usano per pulire o cucinare. Scoperto, Simoncini è stato radiato dall’albo nel 2006, finendo a lavorare a Tirana, in Albania, dove ha proseguito la sua azione criminale. In ogni caso ma non è riuscito a sfuggire alla giustizia italiana, che adesso l’ha riconosciuto colpevole e condannato a 5 anni e 6 mesi di reclusione per omicidio colposo ed esercizio abusivo della professione medica, ai danni di un 27enne di Catania, affetto da un tumore al cervello e “curato” proprio con il farmaco “miracoloso” a base di bicarbonato somministrato dal ciarlatano, ma morto ugualmente. Il giovane aveva scoperto nel 2012 una grave forma di tumore al cervello. Navigando sui Internet ha “beccato” Simoncini, che da Tirana prometteva cure miracolose con il suo metodo. A quel punto il giovane si reca a Tirana per ricoverarsi in ospedale, ma subito dopo le prime somministrazioni di bicarbonato le sue condizioni si fanno subito disperate ed il ragazzo muore. Da qui la denuncia, il processo ed adesso la condanna per l’ex medico da parte del tribunale di Roma.