Il papa in Cile chiede perdono per gli abusi sui minori

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“Dolore e vergogna di fronte al danno irreparabile causato a bambini”.

Lo prova papa Francesco in Cile, parlando della piaga della pedofilia, soprattutto quando praticata da uomini di chiesa. Il pontefice parla di “dolor y vergüenza”, dolore e vergogna per i tanti, troppi episodi che vedono vittime inconsapevoli i minori. Francesco comincia così la sua visita in Cile, con un suo primo intervento davanti alle autorità e alla società civile del paese Sudamericano, affrontando subito la questione più dolorosa per la chiesa, la pedofilia. “Non posso fare a meno di esprimere il dolore e la vergogna che sento davanti al danno irreparabile causato a bambini da parte di ministri della chiesa”, ha detto il pontefice. Dalla platea si levano applausi, ma Bergoglio resta a capo chino, quasi a rappresentare plasticamente quanto ha appena affermato. “E’ giusto chiedere perdono e appoggiare con tutte le forze le vittime, mentre dobbiamo impegnarci perché ciò non si ripeta”, ha proseguito. Ma il papa affronta anche altri temi: lo sviluppo della democrazia, le ingiustizie sociali, l’attenzione ai più poveri, la capacità di ascolto, il valore della loro cultura. Ma durante la messa, celebrata in un parco pubblico davanti ad oltre 400 mila fedeli, la polizia ha fermato un centinaio di contestatori, che parlano di “parole ipocrite” per le vittime della pedofilia, perché chiedere perdono “non è sufficiente”. Juan Carlos Claret, portavoce dei contestatori della diocesi di Osorno, in proposito ha detto: “Abbiamo bisogno di gesti concreti che il papa non ha compiuto. La gente sta lasciando la Chiesa perché non ha trovato uno spazio di protezione”.